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Danni per 43 miliardi nel Pakistan devastato dalle inondazioni. L'Onu: «Aiuti al più presto»

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2010 alle ore 23:10.

I danni provocati dalle inondazioni che hanno colpito il Pakistan sono stati stimati dal governo di Islamabad in oltre 43 miliardi di dollari. Lo ha indicato all'Assemblea Generale dell'Onu il ministro degli esteri pachistano Shah Mehmud Qureshi, ringraziando la comunità internazionale per gli aiuti già annunciati e lanciando un nuovo appello alla solidarietà.

Qureshi ha garantito che «i terroristi», cioè gli estremisti islamici, non trarranno profitto dalla situazione. Uno dei timori degli Stati Uniti e della comunità internazionale è, infatti, che il governo di Islamabad - in seguito al caos di queste settimane - perda il controllo del paese (potenza atomica) a vantaggio delle forze vicine ai simpatizzanti di Al Qaida. Un pericolo evocato, sempre oggi, dallo stesso presidente pakistano, Asif Ali Zardari: «È possibile che talune forze malintenzionate sfruttino la situazione», ha detto il presidente in occasione della visita del senatore democratico Usa, John Kerry. I due hanno fatto appello alla comunità internazionale perchè porti rapidamente assistenza alle vittime del disastro per evitare che povertà e frustrazione siano sfruttate da gruppi ribelli. «Nessuno - ha detto da parte sua Kerry - vuole che questa crisi consenta a coloro che vogliono sfruttare la malasorte degli altri per fini ideologici o politici di farlo».

L'appello è stato immediatamente raccolto dagli Stati Uniti che tramite il segretario di Stato, Hillary Clinton, hanno annunciato aiuti supplementari per 150 milioni di dollari (76milioni li avevano già stanziato) e dall'Arabia Saudita che ha offerto 105 milioni di dollari, rispondendo così anche a coloro che avevano criticato i paesi musulmani per non aver fatto abbastanza per le vittime del disastro. Anche l'Unione europea figura fra i paesi donatori, con 70 milioni di euro. Finora sono stati promessi complessivamente dai vari donatori 466 milioni di dollari, inclusi gli aiuti offerti dalle Nazioni Unite e dalle Ong.

Nel corso della riunione straordinaria al Palazzo di Vetro il segretario Ban Ki-moon ha annunciato l'invio di nuove risorse e invitato le nazioni a scendere in campo al fianco di un paese colpito dalla più grande catastrofe naturale della sua storia. «È come se il Pakistan stesse affrontando uno tsunami al rallentatore – ha detto Ban Ki-moon ai delegati – La forza distruttiva dell'acqua si rafforza e cresce con il passare del tempo. Ho parlato con il presidente Asif Ali Zardari, e siamo completamente d'accordo su cosa fare».

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«Lo Tsunami in Asia e il terremoto del 2005 in Pakistan - ha dichiarato Mohammed Qazilbash, portavoce di Save the Children in Pakistan - sono stati come attacchi di cuore. Questo è come un cancro, che continua a diffondersi senza sosta».

La diffusione delle malattie mortali trasmesse dall'acqua e la mancanza di cibo tra i milioni di sfollati possono moltiplicare rapidamente il prezzo di un'emergenza che è la più estesa degli ultimi decenni e interessa un'area grande come l'Italia. Il numero di persone colpite supera quello dello Tsunami, del terremoto in Asia meridionale nel 2005 e del terremoto di Haiti messi insieme: complessivamente di 20 milioni di persone (2 milioni dei quali bambini). Una vera apocalisse.

La scorsa settimana le Nazioni Unite avevano lanciato un appello per raccogliere 460 milioni di dollari ritenuti necessari per affrontare i primi 90 giorni di emergenza.

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