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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2010 alle ore 20:47.
Una trentina di famiglie delle vittime del sisma dell'Aquila ha avanzato richieste di risarcimento danni alla Presidenza del Consiglio dei ministri per complessivi 22 milioni e mezzo di euro. L'atto di citazione per responsabilità civile è stato presentato presso il Tribunale civile dell'Aquila dagli avvocati del foro aquilano Maria Teresa di Rocco e Silvia Catalucci.
L'iniziativa legale si basa sulle risultanze del lavoro della Commissione Grandi Rischi riunita all'Aquila il 31 marzo 2009, a cinque giorni dalla tragica scossa, in particolare in riferimento ai messaggi rassicuranti lanciati dai protagonisti di quel summit alla popolazione aquilana che era alla prese con uno sciame sismico da alcuni mesi. Il risarcimento in sede civile è stato inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, perchè la Commissione Grandi Rischi è organo consultivo della stessa.
La richiesta potrebbe innescare altre azioni da parte delle altre famiglie che hanno subito lutti o gravi danni fisici e psicologici. Sulla Commissione Grandi Rischi c'è l'inchiesta della procura dell'Aquila che ha indagato e chiesto al Gup il rinvio a giudizio per sette persone che parteciparono a quel summit: l'udienza preliminare è stata fissata per il 10 dicembre prossimo.
L'ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo. Gli indagati sono Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce. Secondo la procura, dopo la riunione sarebbero state diramate informazioni, incomplete, imprecise e contraddittorie sul terremoto e sugli sviluppi dell'attività sismica all'Aquila.
«L'udienza per la richiesta di risarcimento dovrebbe tenersi per l'inizio del 2011». Lo ha detto il legale Maria Teresa Di Rocco, incaricata dai familiari delle vittime assieme alla collega Silvia Catalucci di depositare la richiesta al tribunale civile del capoluogo. «Le famiglie di 20 persone decedute nei crolli del 6 aprile 2009 all'Aquila e nelle zone limitrofe - precisa il legale motivando l'azione legale - hanno deciso di chiedere un risarcimento alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la responsabilità dei suoi membri, in particolare di tutta la Commissione grandi rischi, che ne è un organo consultivo». Secondo l'avvocato aquilano, qualora venisse ottenuto, il risarcimento non sarà diviso in parti uguali. «La somma - sostiene l'avvocato - sarà divisa tra i familiari delle vittime, non in parte uguali, ma in base ai danni subiti». La Di Rocco non dice di più per ragioni di privacy, ma uno dei criteri potrebbe essere l'età che aveva la persona deceduta nei crolli.