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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2010 alle ore 17:34.
La Fiat ha depositato presso il Tribunale di Melfi ricorso contro il reintegro dei tre operai dello stabilimento di Melfi deciso dal giudice del lavoro il 9 agosto a seguito del licenziamento, deciso dall'azienda, a metà luglio. Il Lingotto fa notare, in particolar modo, la responsabilità dei tre attivisti della Fiom nel blocco della produzione che ha penalizzato anche coloro che non scioperavano. La prima udienza è prevista per il 6 ottobre.
Un portavoce della Fiat ha ribadito quanto già detto il giorno in cui sono state ufficializzate le motivazioni delle sentenza contraria e cioè che la decisione presa dal giudice sul reintegro dei tre operai «non appare coerente con il quadro istruttorio già emerso, pur nella sommarietà degli accertamenti condotti». Il Lingotto si dice convinto di «di aver offerto prove incontrovertibili del blocco volontario delle linee di montaggio, che ha determinato un serio pregiudizio per l'azienda costringendola ad assumere doverosi atti di tutela della libertà di tutti i lavoratori e della propria autonomia imprenditoriale». E per questo ha deciso di fare ricorso. Il portavoce della Fiat ricorda, infine, che su questi stessi fatti «è stata presentata una denuncia in sede penale».
«La notizia è - ha commentato Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil - soltanto che lunedì i tre operai tornino a lavorare». Il decreto del tribunale «ha denunciato il comportamento dell'azienda e ha ordinato il reintegro smentendo la tesi aziendale del sabotaggio. Il giudice ha accertato, dopo numerose testimonianze, che gli operai andavano reintegrati». Poi, ha continuato Landini, «che la Fiat possa fare ricorso è un suo diritto, ma siamo però fiduciosi che quanto già deciso dal tribunale venga confermato». Ha concluso Landini: «Siccome siamo in presenza di un decreto esecutivo, ci permettiamo di dire che chiunque continui a indicare, a mezzo stampa e non solo, che i tre lavoratori o la fiom sono stati autori di un sabotaggio, si deve assumere le proprie responsabilità di quella che é una diffamazione. Se ci saranno situazioni di questa natura, la fiom verificherà tutte le azioni necessarie».
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