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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2010 alle ore 15:14.
Un governo «con un profilo alto e riformatore e una maggioranza più ampia» che comprenda anche «i partiti di Fini, Casini e Rutelli e i moderati del Pd ormai delusi». Una proposta shock quella del deputato finiano Italo Bocchino dal sito di generazione Italia. Mirata a escludere dalla guida del paese la Lega e il ministro dell'Economia. «Non consegneremo il paese all'asse Bossi-Tremonti», sostiene Bocchino, secondo il quale «l'unica strada (per il premier, ndr) è appellarsi al Parlamento come gli ha consigliato Casini (che con una nota dell'Udc ha attaccato Bossi) per varare un nuovo governo con un profilo alto e riformatore e una maggioranza più ampia».
Ovviamente Bocchino non si illude. «Sappiamo che per Berlusconi questa strada è quasi impossibile da intraprendere perché dovrebbe sostituire la logica della monarchia aziendale con quella della democrazia repubblicana, condividere scelte con logiche politiche e dar vita a un esecutivo fatto di ministri politici che darebbero un'altra fisionomia al governo che oggi è semplicemente un "governo del Presidente". Sappiamo che questa ipotesi gli fa accapponare la pelle, ma è l'unica che ha per sopravvivere alla crisi implosiva che ha aperto da solo».
Del resto, sostiene il deputato finiano, «oggi il ricorso al voto lo vogliono davvero soltanto Bossi e Tremonti, il primo per prendersi i voti di Berlusconi e il secondo per prendere il suo posto a Palazzo Chigi. Non le vuole il Paese, non le gradirebbe il Quirinale, non le vuole l'opposizione, non le vuole Fini e non le vogliono quei sessanta – settanta parlamentari del Pdl che dovrebbero lasciare il posto ai leghisti al Nord, a "Futuro e libertà" al Sud e al centrosinistra nelle regioni dove senza il presidente della Camera è impossibile conquistare il premio di maggioranza. E sotto sotto il voto non lo vuole neanche Berlusconi, consapevole ormai che ha solo da perderci».
Perché, preconizza Bocchino, «se davvero si andasse a elezioni anticipate le uniche due certezze sarebbero il travaso di voti dal Pdl alla Lega e una maggioranza al Senato diversa da quella della Camera. In uno scenario del genere Bossi avrebbe gioco facile a chiedere un passo indietro al Cavaliere, che verrebbe pensionato da quello che ritiene l'alleato più fedele, aprendo così la strada a un governo Tremonti».