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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2010 alle ore 18:21.
Entro ottobre il governo presenterà il piano sul nucleare. L'annuncio è arrivato, da Rimini, al meeting di Comunione e Liberazione, dal sottosegretario allo sviluppo economico, Stefano Saglia, che ha spiegato che si tratterà «di un provvedimento sulla strategia energetica nel Belpaese e sarà realizzato d'intesa dai ministeri dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dell'Ambiente, per essere sottoposto al varo del consiglio dei ministri».
Con il decreto, ha aggiunto Saglia, ci sarà «un quadro definitivo delle regole: gli operatori potranno fare domanda per chiedere l'autorizzazione per le nuove centrali da gennaio 2011. A quel punto le aziende avranno fatto domanda, individuando dei siti, quindi si conosceranno i primi a essere interessati»
Il decreto prevederà anche garanzie nel caso in cui il programma del Governo non dovesse completarsi o un Governo successivo dovesse contraddire la decisione già presa. «Sarà una sorta di indennizzo», ha detto Saglia: «valuteremo i modi, per impedire che i costi non riconducibili a inadempienze delle imprese si scarichino sulle stesse imprese». Saglia ha ricordato anche come l'accordo con le Regioni interessate sarà un passaggio fondamentale per la definizione dei siti dove saranno insediate le centrali nucleari. «Se la regione dovesse dichiararsi contraria solo con l'articolo 120 della Costituzione potremmo avvalerci dei poteri sostitutivi: ma è un'evenienza che vorremmo scongiurare perchè vorremmo trovare intese con le regioni interessate dalla localizzazione. Il percorso con i territori deve essere di condivisione e non di impostazione militaresca».
Sul ritorno al nucleare, il presidente di A2A, Giuliano Zuccoli, ha sottolineato come «la scelta degli insediamenti rappresenterà l'elemento critico per capire se l'Italia si é finalmente sdoganata dalla guerra ideologica tra nucleare e rinnovabili». L'Italia, ha spiegato l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, «é il Paese che importa più energia trasformata, il 15-16%, dai Paesi vicini. Occorre tentare di sviluppare tutte le tecnologie possibili, incluso il nucleare, indispensabile per avere energia a basso costo». Per Conti, tuttavia, «il nucleare non é la soluzione, ma una parte della soluzione dei problemi energetici nazionali». Ed è per questo che «ci deve essere il giusto equilibrio nella diversificazione delle fonti energetiche. In caso negativo - ha concluso - avremo fallito la nostra missione».