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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2010 alle ore 08:05.
Una procedura di silenzio-assenso entro 30 giorni dalla richiesta. Oppure il «sì», in tempi ragionevoli, su un piano strategico che ogni cassa dovrà allegare al bilancio preventivo inviato annualmente ai ministeri vigilanti. Per ora, sono solo due ipotesi ma costituiranno le proposte che l'Adepp (il coordinamento delle Casse previdenziali professionali) intende avanzare ai ministri dell'Economia, Giulio Tremonti, del Lavoro, Maurizio Sacconi e delle Infrastrutture, Altero Matteoli, all'incontro che si terrà l'8 settembre a Roma.
All'origine della questione c'è l'articolo 8, comma 15 manovra correttiva (legge 122/2010), che prevede un nulla osta ministeriale preventivo per acquisti e vendite immobiliari da parte di «enti privati che gestiscono forme di previdenza obbligatorie». Insomma, sia le Casse dei liberi professionisti, privatizzate con il decreto legislativo 509/94, sia quelle nate private con il decreto 103/96.
Dice Andrea Camporese, presidente dell'Adepp e dell'Inpgi: «Ferma la nostra contrarietà a una norma che invade la sfera della nostra autonomia intendiamo proporre due chiavi interpretative per una praticabile applicazione della legge. Si potrebbe stabilire un periodo di silenzio assenso, per un massimo 30 giorni dalla richiesta della Cassa, affinché i ministeri possano vagliare un progetto di operazione immobiliare. Scaduto il periodo senza opposizione, la Cassa agisce».
Un'altra ipotesi, avanzata da Camporese, è «allegare un piano preventivo delle strategie d'investimento previste per l'anno. In tal modo, i ministeri vigilanti potrebbero valutare le scelte d'investimento in relazione alla strategia complessiva di ciascuna Cassa. Senza adempimenti gravosi nel corso dell'anno».
«Questa proposta dell'Adepp – spiega Marco Ubertini, presidente di Cassa forense – consente ai ministeri di mantenere intatta la propria facoltà di controllo e nello stesso tempo di rendere applicabile la norma. Del resto noi già oggi mandiamo, annualmente, i nostri bilanci preventivi ai ministeri vigilanti. Si tratterebbe di ampliare e dettagliare meglio il piano delle scelte immobiliari».
Con l'approvazione della manovra, infatti, la norma era stata considerata dall'Adepp inattuabile. Sottolinea Ubertini: «Lo strumento utilizzabile per rimodulare l'applicazione del comma 15 – sottolinea Ubertini – potrebbe essere la riserva di regolamento che il governo è chiamato ad adottare su una serie di questioni. Speriamo di potervi rientrare».
L'incontro previsto per l'8 settembre servirà anche ad esaminare altri punti. «Alcuni nodi mai affrontati – spiega Camporese – come la doppia tassazione, ma anche un possibile ruolo da giocare nelle infrastrutture e nell'housing sociale».