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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2010 alle ore 11:00.
di Sara Bianchi
Gli incontri e le uscite pubbliche sono cominciati. La prima conferenza stampa, quella nella quale racconterà le sue idee per Milano, è vicina. E Stefano Boeri, candidato sindaco per il centrosinistra, ha scelto di incontrare per primi gli inquilini delle case popolari alla festa democratica. Da pochi giorni ha annunciato che correrà per la Palazzo Marino, ancora non si sa se anche Valerio Onida sarà candidato. Suo sfidante certo alle primarie è Giuliano Pisapia (leggi l'intervista a Pisapia). «Il fatto che ci siano altre candidature è una bella cosa», dice «penso che Onida sia una persona straordinaria. Stimo molto anche Pisapia. Saranno degli ottimi compagni per la campagna elettorale vera, quella che iniziarà dopo le primarie».
Perché si è candidato?
«Ho sempre fatto politica attraverso la mia professione, mi sono sempre interrogato sul modo con cui facendo urbanistica potevo contribuire a intervenire anche sui temi sociali, culturali. Ho cercato di farlo al meglio però a un certo punto ho capito che a Milano era necessario qualcosa di diverso. L'architettura e l'urbanistica sono importantissime ma ci sono delle strutture della società che non possono essere governate da questo. Ho pensato che era importante, per Milano, fare una scelta, cercare di portare quello che ho capito vivendo e lavorando in questa città all'interno di una dimensione di governo vero delle cose. L'altra molla è stata l'esperienza di Expo, di grande prossimità alla classe politica milanese, la sensazione di litigiosità mi ha molto spaventato e mi ha fatto pensare che era giusto provare a immaginare per Milano uno scenario completamente diverso».
Lei ha già dato le dimissioni dagli incarichi avuto in Expo. Il sindaco Moratti si è detta sorpresa della sua candidatura, si è sentita tradita
«Ho messo la mia passione, la mia intelligenza a disposizione della città come membro della consulta che ha lavorato per la società Expo, per il comune e per la regione. Questo è tutto. Da maggio ho terminato l'incarico per questa consulenza. Mi sono comportato con grande correttezza, ho ringraziato Letizia Moratti per la fiducia che mi ha riconosciuto e con la stessa tranquillità oggi dico che bisogna tornare a lavorare su Expo, per non perdere di vista l'obiettivo vero del progetto: portare a Milano il mondo in una città diversa. All'Expo non arriviamo in questo modo».