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Pisapia: «Commissione antimafia sugli appalti»

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2010 alle ore 11:00.

di Vittorio Carlini
«Essere il candidato del centrosinistra, ma anche della sinistra. E non solo. Dei molti che non ci votano più, che magari oggi danno il loro consenso alla Lega; di chi è deluso dalla politica; di chi non vuole un sindaco scelto dagli apparati». Giuliano Pisapia, candidato alle primarie del centro-sinistra per le elezioni alla poltrona di primo cittadino di Milano, non le manda a dire. L'avvocato, dopo la "discesa in campo" di Francesco Boeri (leggi l'intervista a Boeri che oggi si presenta ufficialmente alla stampa), è «sempre più convinto di avere fatto la scelta giusta».

Quindi, per Lei, Boeri è il canditato degli apparati?
Bé, quando ha dato la sua disponibilità il Partito Democratico lo ha appoggiato subito. So che ci sono stati contatti anche con l'attuale segretario nazionale. Sia ben chiaro: non c'è alcunché di male. Ma questo crea degli steccati a sinistra. Ciò detto, il fine ultimo è uno solo: dobbiamo cambiare il governo della città

Un noto architetto, Boeri, e un famoso avvocato, Lei, che si definisce «candidato delle periferie». Più che rappresentanti del popolo, esponenti dell'alta borghesia...
Io parlo per me. Non rinnego la mia appartenenza, ma è da quando avevo vent'anni che sono impegnato nel sociale. Conosco bene i problemi di Milano e delle persone semplici, sia nel centro sia nell'interland. Sto incontrando molta gente in periferia, anche chi non la pensa come me. Se riuscirò a far passare il messaggio che, con il cambiamento dell'amministrazione, si può solo migliorare. Allora, possiamo farcela.

Al di là delle mozioni di "sentimento", stiamo vivendo una dura crisi. Quale il suo modello di sviluppo per Milano?
Il problema, ovviamente, è a livello nazionale: c'è bisogno di una politica industriale ed economica vera. Per quanto compete al sindaco, seppure di una grande città, sottolineo tre punti: il primo è uscire da uno sviluppo "inchiodato" sul mattone; un 'edilizia, peraltro, solo per ricchi e per il terziario. C'è bisogno di meno grattacieli e più case a misura di persone, che non possono permettersi grandi investimenti. Poi, c'è la crisi del commercio: nell'ultimo anno sono stati chiusi ben 800 esercizi commerciali. Troppi supermercati e, poi, gli affitti alti hanno dato il colpo definitivo. Qui si può fare molto.

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Vale a dire?
Nelle zone degradate della periferia, per esempio, ho visto molti ex negozi abbandonati o occupati da abusivi. Bisogna intervenire, riqualificarli. Propongo incentivi fiscali e canoni calmierati: in questo modo si può raggiungere un duplice obiettivo: ricostruire un tessuto sociale scomparso e sostenere l'occupazione.

Già, l'occupazione: il lavoro dovrebbe essere il vostro cavallo di battaglia...
A livello comunale sostengo l'idea di creare delle cooperative sociali che offrano aiuto ad anziani e altri servizi: ad esempio, nei parchi comunali. Un modo per dare sbocco ai tanti che hanno perso il lavoro con la chiusura di molte fabbriche.

Non è un po' poco?
Stiamo ragionando con il sindacato sull'ipotesi del salario minimo sociale che, sia ben chiaro, non è una regalia. Bensì, un contributo ai molti precari in cambio di servizi alla collettività: sarebbe una boccata d'ossigeno. Ciò detto, io scommetto su una Milano che deve tornare centro politico, culturale ed economico. Non solo dell'Italia ma dell'Europa. Penso alla "green economy", uno strumento di sviluppo importante che è bloccato dai tagli voluti dal governo centrale

Sostiene quindi il federalismo fiscale?
Non sono favorevole al federalismo fiscale proposto dalla destra: mi ritrovo, invece, in un modello solidale che tenga conto degli squilibri presenti tra le varie aree del paese. Poi è ovvio che, a fronte dei tagli arrivati dal centro, bisogna dare al comune delle possibilità di bilancio autonome, riconoscergli un potere impositivo.

Sembra di sentire un 'eco leghista...
Non dica eresie. La distinzione è di come queste risorse vengono usate. Il centrodestra, che ha governato negli ultimi 19 anni, ha gestito male le risorse. Basta ricordare la svendita di Metroweb. Oppure, le troppe consulenze esterne volute dalla Moratti. Bisognava puntare di più sulle tante professionalità interne al Comune: si sarebbero risparmiati ben 180 milioni.

Parliamo di Borsa: molti hanno criticato l'aggregazione di Piazza Affari alla City di Londra. Milano avrebbe perso "peso". Cosa ne pensa un candito della sinistra?
La cessione di Borsa italiana agli inglesi è stato un errore. Milano è sempre stata un punto di riferimento della finanza, non solo in Italia ma anche in Europa. Da anni lo dico, anche prima dei leghisti, che alcune istituzioni economiche, quali la Consob, devono avere la loro sede nella nostra città. Bisogna ricostruire la cittadella degli affari: ma, e voglio essere chiaro, sempre con un modello ben diverso da quello fin qui realizzato.

Expò: a sinistra ci sono molti che quasi vorrebbero si trasformasse in un fallimento. Il canditato Pisapia cosa ne pensa?
L'Expò doveva, e poteva, essere un'opportunità. Si sta, al contrario, trasformando in una caporetto per la città.

Quindi è contrario?
Assolutamente no. C'è ancora spazio per virare di rotta. So bene che, proprio in un periodo di crisi come l'attuale, può essere un volano per lo sviluppo e l'occupazione.

Al di là delle belle parole, cosa farebbe se fosse sindaco già adesso?
Cambieri la strategia su tre punti: sposterei parte delle aree dell'Expò in una zona più vicina a parco Sud, ovviamente escludendo qualsiasi possibilità di speculazione (leggi l'intervista a Boeri). Poi, spingerei per una serie di interventi di riqualificazione molto più diffusi sul territorio: penso, per esempio, alla zone delle cascine. Infine, farei in modo che il piano dell'alimentazione riprenda vigore. Ricordo che l'Italia si è impegnata a realizzare, proprio in collegamento con l'esposizione internazionale, oltre 185 progetti per limitare la fame nel mondo. Ebbene, a tutt'oggi ne sono partiti solo 16.

Non si può parlare di Expò senza fare riferimento al Piano regolatore: anche qui, la sua area di riferimento, ha molto polemizzato. Sapete solo dire no...
Questo è un classico pregiudizio nei nostri confronti. In realtà, alla base delle volumetrie previste c'è un'idea che non sta né in cielo né in terra: cioè, che nei prossimi 10 anni Milano aumenti la propria popolazione di circa 600mila persone. Assolutamente irrealistico. Per questo io chiedo meno grattacieli, meno speculazione e più verde; più riqualificazione dell'esistente. Ma dirò di più.

Vale a dire?
Uno dei terreni fertili per le organizzazioni criminali è proprio l'attività edilizia. Bisogna istituire una commissione autonoma e indipendente, cui affidare il compito di vigilare sugli appalti. In particolare dell'Expò. Propongo, poi, che questa commissione sia presieduta da un esponente dell'opposizione.

L'opposizione non è solo politica, ma anche generazionale: a Milano, come in altre città, i giovani hanno il problema degli spazi per aggregarsi. Pisapia sindaco cosa fa?
Il diritto a divertirsi, è banale a dirsi, dev'essere conciliato con il diritto a riposare. Ciò detto, fino ad ora l'errore è stato quello di sentire solo la voce di chi si lamentava del rumore, del disturbo. Invece, voglio sentire anche le idee dei ragazzi. Sto organizzando degli incontri per capire quali soluzioni propongono. Per parte mia penso che, sia nel centro di Milano sia nelle periferie, esistono spazi con uffici, senza abitazioni. Allora dico: utilizziamo questi luoghi.

Ok, bene l'idea generale: ma Lei le cancellate nella piazza delle Colonne le avrebbe messe?
C'era un problema concreto, ma non avrei fatto la cancellata. Non bisogna creare muri, ma ponti. Bisogna dialogare con la gente, farla partecipare al governo della città e trovare le soluzioni. Tutto quello che l' amministrazione uscente non ha fatto.

Senta: mi dice quanto costa un kg di mele?
Dipende da dove le compra: se al supermercato o in un negozio del centro. Comunque, si va da un masssimo di 3 a un mimo di 1,4 euro

E un litro di latte?
Di solito 1,2 euro

E l'affitto di un bilocale?
Se è dato a uno studente, si arriva a 800 euro per una sola stanza. Se, invece, il contratto è regolare e dura 10-12 mesi siamo tra 800 e 1.000 euro.

(Vittorio Carlini)

Leggi l'intervista a Boeri

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