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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2010 alle ore 16:03.
Di vecchi adagi su soldi e felicità ce ne sono molti, di evidenze scientifiche meno. Ma ecco apparire uno studio, firmato da un Nobel per l'economia premiato nel 2002, secondo il quale avere soldi contribuisce in modo sostanziale al benessere emotivo di una persona.
Secondo la ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, chi guadagna meno di 75.000 dollari l'anno rischia di vedere intaccata la propria felicità quotidiana. Sotto quella fascia di reddito, dice Angus Deaton, l'economista dell'Università di Princeton che ha contribuito all'indagine, «Farcela è così difficile che è dura essere felici e godersi le cose». (Cosa ne pensi? vota il sondaggio)
Angus Deaton e Daniel Kahneman, hanno analizzato i risultati del sondaggio"Well being index" condotto dalla società Gallup su 450.000 americani nel biennio 2008-2009. Dall'analisi è emerso che il livello di felicità sale di pari passo con il reddito, ma il punto di stabilità è intorno ai 60mila euro. Al di sopra e al di sotto di questa cifra, intervengono altri fattori che minacciano questa soglia di "benessere medio". I due studiosi hanno rilevato che: «Dare alla gente più soldi oltre i 75.000 dollari non fa molto per il loro umore quotidiano, ma dà comunque loro la sensazione di avere successo nella vita».
Alcuni numeri
Il 51% delle persone divorziate che guadagnano meno di 1000 dollari al mese si sentono tristi mentre solo il 24% di quelli che hanno uno stipendio mensile di 3000 dollari hanno questo stato d'animo. Tra quelli che sono affetti da asma le percentuali sono simili: il 41% di chi guadagna meno è infelice contro il 22% del gruppo che può contare su entrate più alte. Nella classifica globale delle felicità gli Stati Uniti sono noni, dopo i paesi scandinavi, il Canada, l'Olanda, la Svizzera e la Nuova Zelanda. (L.B.)