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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2010 alle ore 08:29.
Da capitano del Valur giocò contro la Juventus. Alla fine del match si scambiò la maglia con Platini. 12 anni in campo, 350 partite, inseguendo un pallone in Islanda ha conquistato tutti i premi possibili. Mentre lo incontro nel bar dell'hotel 101 di Reykjavík subito dopo un'amichevole della nazionale con il Liechtenstein molti giovani si avvicinano per salutarlo. Lo riconoscono subito, ma non per i suoi gol. Oggi Thorgrimur Thrainsson, 51 anni, calciatore dal 1985 al 1991, è famoso per essere uno degli autori più letti e prolifici del suo paese. 24 libri, 2 in uscita in autunno, con le sue storie è diventato l'idolo dei giovani. E delle donne, grazie al titolo "How to make your wife happy: sexual and practical tips for men" pubblicato con l'imprimatur della moglie insegnante di yoga.
Cresciuto con il nonno, un prete luterano responsabile di una piccola e sperduta comunità nel cuore dell'Islanda, ha scoperto il calcio solo a 10 anni, quando si è trasferito a studiare nella capitale e ha iniziato a giocare con i suoi compagni di scuola. Adesso su quest'isola vulcanica del nord dell'Oceano Atlantico esistono campetti coperti e riscaldati ma negli anni '70 si giocava all'aperto, sulla ghiaia d'estate e sulla neve d'inverno. Il tappeto d'erba lo ha scoperto solo con l'ingresso nel Valur.
I suoi ricordi più belli da calciatore risalgono alle due partite nel 1986 contro la Juventus di Michel Platini. Il Valur le perse entrambe, era una squadra di studenti, qui nessun giocatore all'epoca viveva solo di calcio, ma gli islandesi giocarono col cuore e i tifosi apprezzarono. E Thorgrimur ricorda con orgoglio quando nell'agosto del 2004 l'Islanda batté l'Italia 2 a 0. Era l'esordio di Marcello Lippi come commissario tecnico.
(Invece è rimasto deluso dagli azzurri ai mondiali. Da giovane ammirava l'Italia per la sua difesa. Le partite finivano sempre 1 a 0, 1 a 1, massimo 1 a 2. Adesso ha l'impressione che molte punte dell'Italia, come dell'Inghilterra, abbiano perso il vero spirito sportivo. Curano lo stile, il taglio di capelli, le loro serate più del proprio talento, mentre ai suoi tempi i giocatori non erano belli, non seguivano la moda, non erano protagonisti del gossip o schiavi del marketing.)