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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2010 alle ore 08:04.
I media sono sempre più interessati alla responsabilità per danni realizzatisi in occasione di una prestazione sanitaria. La notizia, come è accaduto anche in questi giorni, si accompagna alla denuncia di sacche di inefficienza e rissosità presso le strutture sanitarie pubbliche o private nonché di casi di colpevole e crassa negligenza da parte di singoli professionisti.
Stando al numero di sentenze di responsabilità sanitaria pubblicate dalle riviste specialistiche, verrebbe da pensare che la nostra sanità viva una profonda crisi qualitativa che la sospinge al centro dell'universo della responsabilità civile.
Tuttavia, questa centralità non è certo frutto di una morbosa attenzione mediatica né di una generale diminuzione del livello qualitativo della sanità italiana (invero regionale). L'innovazione tecno-scientifica è in buona parte alla base della crescita della responsabilità sanitaria e del suo focalizzarsi sempre più sui suoi profili di responsabilità istituzionale, che di norma coinvolge le strutture di cura piuttosto che il singolo operatore sanitario.
Oggi, nella realtà delle corti la responsabilità (finanziaria) di un danno è sempre meno legata al medico e sempre più alla struttura in cui agisce, prendendo la forma della cosiddetta responsabilità per difetto di organizzazione. Le prestazioni sanitarie sono sempre più complesse e incisive: un malfunzionamento tecnico o una diagnosi semplicemente ritardata può avere conseguenze più gravi che in passato. Ciò, con l'aumento delle aspettative del l'utenza, si è associato al venire meno dell'aura di sacralità propria del medico e a un cresciuto ruolo del paziente nelle scelte terapeutiche.
In questo scenario non è casuale che i numeri del contenzioso si dicano più elevati laddove migliore è la sanità né che gli standard di diligenza abbiano, per varie vie, mosso verso un minore ruolo della colpa individuale: più che di responsabilità medica si parla infatti di responsabilità (della struttura) sanitaria, di gestione del rischio clinico e monitoraggio degli eventi avversi per evitare che mancanze momentanee, o errori sistemici, possano creare una sequenza di buchi nell'erogazione della prestazione sanitaria attraverso cui il rischio di danno si materializza. È di James Reason l'immagine di un formaggio gruviera attraverso i cui buchi l'errore si trasforma in tragedia.