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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2010 alle ore 12:27.
Quelli del "bala i ratt" sono "quater gatt". Quelli dei topi che ballano sono quattro gatti, cioè pochi. La battuta circola in Canton Ticino e a diffonderla son i molti contrari alla campagna, di cui per ora non si conoscono i promotori, contro stranieri (specie dell'Europa dell'Est), frontalieri italiani, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, regista degli scudi fiscali. Sono i tre "ratt", topi, che campeggiano nei manifesti affissi per adesso nell'area di Locarno. Topi che mangiano il ricco formaggio svizzero.
Un'iniziativa che ha sorpreso anche la maggior parte dei ticinesi, abituati a polemiche e contrasti con la vicina Italia, ma coscienti anche dell'importanza dei 45mila frontalieri italiani per l'economia locale. Il Consiglio di Stato, cioè il governo del Canton Ticino, ha condannato ufficialmente la campagna dei "ratt". Si tratta di un messaggio, dice il governo ticinese, "genericamente offensivo nei confronti di cittadini stranieri". L'esecutivo ricorda anche "il contributo dato da cittadini stranieri alla crescita della nostra comunità, sia sul piano dell'economia privata, sia nell'ambito del funzionamento delle strutture sociosanitarie".
Un chiaro riferimento al fatto che senza frontalieri e stranieri difficilmente settori come quelli dell'edilizia, del turismo, degli ospedali, potrebbero funzionare, considerando le dimensioni non enormi del cantone e dunque della forza lavoro locale.
Anche la Camera di commercio del Canton Ticino ha preso le distanze dai manifesti, precisando a sua volta che "i frontalieri sono un'importante risorsa, non un problema". Tutti i partiti principali hanno condannato la campagna: partito liberal-radicale (il principale nel cantone), partito popolare democratico (democristiano), partito socialista. La Lega dei ticinesi, che nel cantone vanta un seguito, sin qui non si è pronunciata sulla campagna ma ha lasciato intendere di non averla ispirata e di voler presto i nomi dei promotori reali. L' Udc, partito della destra populista ed antieuropeista, guidato a livello nazionale da Christoph Blocher, fa pure parte degli indiziati, ma per la verità sinora non ha rivendicato la paternità dei manifesti. Il responsabile ticinese della Udc, Pierre Rusconi, pur esprimendo simpatia per la campagna ha negato il coinvolgimento. Forse i promotori sono davvero quattro gatti.