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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2010 alle ore 15:10.
Si alza il tono dello scontro tra il premier Silvio Berlusconi e i magistrati. Dopo che ieri, intervenendo alla festa milanese del Pdl, il Cavaliere aveva rilanciato l'idea di una commissione d'inchiesta sulle toghe «perché - aveva attaccato il capo del governo - c'è un potere dentro la magistratura che ci tiene sotto scopa». Oggi, però, è arrivata la replica del sindacato delle toghe. «Per scelta nell'ultimo periodo - ha detto il presidente dell'Anm, Luca Palamara - abbiamo scelto di non replicare allo stillicidio" di attacchi rispetto al quale "è difficile trovare parole per esprimere il più ampio disappunto, ma ora sta assumendo livelli mai visti».
Secondo il numero uno dell'associazione «non è più solo un problema della magistratura ma di tutte le istituzioni». Il rischio, ha avvertito ancora Palamara,«è che si sovvertano gli equilibri tra istituzioni». Poi il presidente del sindacato delle toghe ha risposto anche a Filippo Berselli (Pdl), presidente della commissione Giustizia del Senato, che aveva difeso le parole del premier. «Cosa c'è di più grave dell'accusa di essere un'associazione a delinquere?». I dati, ha sottolineato Palamara, «mostrano che il sistema disciplinare della magistratura funziona, dal momento che il 10% dei magistrati in servizio è stato sottoposto a provvedimenti disciplinari, perciò non può passare il concetto che siamo una corporazione che si vuole assolvere. Noi non accettiamo la distinzione tra magistrati buoni e cattivi».
L'affondo del premier sulla giustizia, però, agita le acque anche all'interno della maggioranza. Con i finiani che da subito hanno preso posizione contro l'iniziativa del Cavaliere. «Per noi i giudici non sono dei pazzi comunisti e neanche dei deviati mentali. Se Berlusconi cerca un pretesto - avverte il capogruppo di Fli, Italo Bocchino - ha trovato quello giusto». In altre parole un no secco da Futuro e Libertà a «una riforma della giustizia che sia punitiva nei confronti della magistratura, che proceda per commissioni d'inchiesta». Pollice verso anche da parte di Dario Franceschini (Pd). «È un'ossessione di Berlusconi. Sono 16 anni che lui mette in cima a qualsiasi agenda politica, indipendentemente dalla situazione in cui si trova il Paese, il suo problema giudiziario. Il suo incubo è quello e vuole uscirne in tutti i modi». Mentre il leader dell'Idv Antonio Di Pietro attacca il Cavaliere. «A Berlusconi interessa solo portare avanti le sue battaglie contro i magistrati e fare leggi per non farsi processare, del Paese non gli importa nulla». (Ce. Do.)