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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2010 alle ore 14:43.
Paolo Romani conferma l'impegno di accelerare sul nucleare: «Ci sono delle scadenze», ha detto al termine del giro di incontri in programma oggi al ministero di via Veneto con i sindacati, gli amministratori delegati di Enel e Terna, e il numero uno di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini. Romani ha sottolineato come le nomine dell'Agenzia per la sicurezza sul nucleare siano «all'ordine del giorno e assolutamente le faremo entro quest'anno».
Una partita che guarda con estrema attenzione Enel, che, attraverso l'amministratore delegato, Fulvio Conti, ha apprezzato la disponibilità del neo ministro dello Sviluppo economico a lavorare ai tanti provvedimenti «per dare impulso agli investimenti nel settore», che, ha aggiunto, «per noi ammontano a circa nove miliardi nei prossimi anni».
Parole rilanciate da Romani, che si è detto «un convinto assertore del 50-25-25», riferendosi al mix di idrocarburi, nucleare e rinnovabili, e ha aggiunto, che Enel è «l'unica grande azienda che ha a che fare con le tre tecnologie e ho cercato di capire se questa lunga interruzione avesse portato un gap culturale, ma mi hanno spiegato che anzi abbiamo recuperato questo disavanzo».
Romani ha parlato poi di crisi aziendali, sollecitato dal segretario generale della Cgil, Gugliemo Epifani: «ce ne sono 170 e più di 80 in commissariamento», ha detto, ricordando che il problema « ci riguarda, così come riguarda anche Confindustria e il sistema bancario». A giudizio di Romani, «se il sistema Italia si muove nel suo complesso e con un sistema bancario sensibile, è ovvio che tutto diventa più semplice come cabina di regia in sede di governo». Epifani ha comunque detto che non è stato preso in considerazione un calendario preciso per affrontare le crisi, ma sono stati citati i casi di Termini Imerese, Vinyls, Fincantieri e Merloni.
Parlando invece delle deleghe sulle comunicazioni, Romani ha detto di non aver ancora affrontato il tema con il premier Silvio Berlusconi. «Ma forse lo faremo nel consiglio dei ministri di venerdì o più avanti», ha aggiunto. Riferendosi poi ai 126 milioni ancora a disposizione per gli incentivi, ha detto: «stiamo valutando e dobbiamo ripensare a una suddivisione». Ha anche espresso «apprezzamento» per l'iniziativa annunciata da una grande multinazionale, Vodafone, di investire un miliardo per colmare il digital divide mobile in Italia. Peraltro, ha rilanciato, «il progetto è in linea con il piano Romani».