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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 19:25.
Un nuovo contratto rafforza il legame tra Israele e la Russia: Iai (Industrie aerospaziali israeliane) e Oboronprom, produttori russi di armamenti, hanno firmato a Tel Aviv un accordo che prevede l'acquisto di droni – aerei spia senza pilota – per un valore, secondo la stampa israeliana, di 400 milioni di dollari. L'intesa, scrive l'agenzia russa Ria Novosti, prevede l'assemblaggio degli aerei in Russia, con il relativo trasferimento di tecnologie che Mosca pone come condizione all'acquisto degli armamenti stranieri a cui è interessata: navi da guerra Mistral, strumenti per la visione notturna Thales, blindati Iveco, pistole Beretta.
L'accordo con Israele, spiegano le due compagnie coinvolte, verrà realizzato a partire dal 2011. Non è il primo del genere: nell'aprile 2009 Israele consegnò ai russi due sistemi Bird Eye 400, otto droni tattici e due ricognitori, per un valore di 50 milioni; un secondo contratto riguarda l'acquisto di altri 36 aerei-spia, per 100 milioni. Inoltre, Russia e Israele stanno trattando la costituzione di una joint-venture, per la produzione congiunta di unmanned aerial vehicles: un fronte su cui i russi si sono trovati in grave difficoltà nel 2008, nei cinque giorni di guerra con la Georgia (equipaggiata con droni israeliani).
Dietro l'intesa di Tel Aviv potrebbe nascondersi però ben più che un acquisto di aerei. In settembre, in seguito a una visita del ministro israeliano della Difesa Ehud Barak a Mosca, gli israeliani avevano fatto sapere che avrebbero stracciato i contratti in discussione a causa della determinazione del Cremlino a rifornire alla Siria missili navali considerati con grande preoccupazione dalla Marina israeliana, per la possibilità che finiscano in mano agli hezbollah libanesi. E se nel frattempo Mosca ha ufficializzato la cancellazione di un contratto con Teheran – la vendita di batterie anti-missile S-300 – con Damasco gli accordi restano in vigore. Ufficialmente.