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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 18:13.
Troppe cause e poco organico: è l'allarme lanciato dal nuovo avvocato generale dello Stato, classe 1937, Ignazio Francesco Caramazza, durante il discorso d'insediamento, a Roma, alla presenza tra gli altri del capo dello Stato, Giorgio Napolitano e del pre0sidente della Camera, Gianfranco Fini.
Il neo avvocato generale Caramazza, che in passato, ha rappresentato la presidenza del Consiglio dei ministri in importanti cause davanti alla Corte costituzionale, quali quella sul caso Abu Omar, punta il dito soprattutto sull'eccessivo carico di lavoro. Negli ultimi 34 anni, dice, gli avvocati e i procuratori dello Stato sono passati da 276 a 370, con un aumento del 34%, mentre «il numero dei nuovi affari si è incrementato del 408,75%, passando da 41.275 nel 1976 (anno in cui l'Avvocatura compì un secolo di vita) a 209.988 nel 2009».
Praticamente, considerati i tempi dei contenziosi, ogni legale ha sul ruolo almeno 4mila affari pendenti, mentre l'avvocatura costa all'erario 164,4 milioni l'anno e le cause vinte «sono pressocchè i due terzi del totale». La svolta informatica, la digitalizzazione e l'uso della posta elettronica promossi dal governo stanno dando sicuramente un contributo all'attività dell'Avvocatura dello Stato, ha aggiunto Caramazza, ma «la sproporzione tra forza lavoro e carico di affari è tale che nemmeno una completa e perfetta digitalizzazione arriverebbe a colmare il fossato: risultato per il quale occorrerebbero più uomini e più mezzi». D'accordo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ha ricordato come il governo, in questi ultimi due anni, «abbia messo in campo svariati provvedimenti ma so bene - ha aggiunto - che altri interventi sono necessari e spero che il governo possa provvedere a breve».
In tempi di ristrettezze economiche, Caramazza indica tuttavia alcune possibili innovazioni «a costo zero» per risolvere «due emergenze meritevoli di particolare
attenzione». La prima riguarda «la situazione di sofferenza dei Procuratori dello Stato, cioè dei giovani avvocati: «due successivi innalzamenti dell'età pensionabile - spiega Caramazza - hanno determinato una sorta di blocco del ruolo che impedisce alla maggior parte di essi il passaggio alla qualifica di avvocato in tempi ragionevoli». La seconda emergenza, anch'essa risolvibile a costo zero, o «addirittura comportante un risparmio di spesa», riguarda «lo snellimento della procedura del concorso a procuratore dello Stato, al quale partecipano, per un numero di posti in genere inferiore a dieci, migliaia di candidati, con conseguente dispendio - sottolinea Caramazza - di tempo e di risorse umane ed economiche».