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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 18:17.
Il consiglio generale della Fondazione Fiera Milano, su proposta del comitato esecutivo, ha deliberato di aderire alla richiesta del commissario straordinario per l'Expo, Letizia Moratti, per mettere a disposizione incondizionata le aree del sito espositivo, come previsto nel dossier di regitrazione. Anche i Cabassi hanno detto sì. La notizia arriva da fonti vicine alla famiglia, che, tramite la societa Belgioiosa, possiede circa il 30% dell'area. Oggi scadeva l'ultimatum del commissario straordinario Letizia Moratti ai proprietari dei terreni sui quali dovrebbe sorgere Expo 2015 per avere «l'immediata e incondizionata disponibilità delle aree».
Le aree, ha spiegato il presidente di Fondazione Fiera Milano al termine del consiglio generale che ha formulato la delibera, saranno messe a disposizione incondizionata immediatamente e fino a 18 mesi dopo la fine dell'Expo 2015. Dopo questo termine sarà ceduta la proprietà delle aree sulle quali sorgeranno le opere di interesse pubblico, mentre le aree interessate da strutture e costruzioni temporanee torneranno alla Fondazione.
La delibera votata prevede la cessione del 57% delle aree Expo sulle quali verranno localizzate le opere di interesse pubblico e generale a titolo «di anticipazione delle cessioni dovute a standard urbanistico e del fabbisogno di dotazioni generate nell'ambito dello strumento attuativo da sviluppare nel post expo». Per il restante 43% é prevista la costituzione del diritto di superficie (quindi del comodato) fino al 18mo mese successivo alla conclusione dell'evento, dopodiché saranno a disposizione dei privati. Il presidente della Fondazione Fiera Milano Gianpiero Cantoni ha chiarito che di quel 43% che tornerà ai privati «il 70% sarà appannaggio della Fondazione e il 30% ai Cabass».
Fondazione Fiera Milano ha anche deliberato «di condividere che la successiva fase di sviluppo post Expo dovrà prevedere il finanziamento delle infrastrutture e delle opere di urbanizzazione necessarie per l'Expo, secondo quanto stabilito nella variante urbanistica dello scorso 20 settembre, in cui si prevede di definire e quantificare i rapporti economici connessi alla trasformazione urbanistica del post Expo».