Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 15:16.
Si partirà da Milano come negli anni Ottanta quando Bernard Hinault e Sean Kelly la facevano da padroni. L'ultima volta, 26 anni fa, vinse proprio il bretone, un campione adatto a corse come il Giro di Lombardia. Una classica che non fa sconti. Perchè arriva alla fine di un calendario lunghissimo. Perchè va su e giù come le guglie del Duomo; perchè il tempo, ormai virato sull'autunno, ci aggiunge un bel po' d'agguati.
Il meteo annuncia freddo e nebbia al mattino; vento e pioggia al pomeriggio quando si passerà sul Ghisallo (m.754) e sulla Coma di Sormano (m.1124). E l'acqua, quando le foglie fanno da tappeto, diventa una trappola da non prendere sottogamba. Soprattutto nella lunga discesa verso Como, prima del traguardo sul lungolago di questa edizione numero 104.
Insomma, converrà attrezzarsi. E magari fermarsi (chi può) in qualche trattoria a riscardarsi con polenta e funghi. Che insieme a dolcetto e barbera saranno preziosi compagni di viaggio di tutti quegli inguaribili romantici che, nonostante il doping incombente (ogni riferimento a Contador e Di Luca non è casuale), dedicherano questo sabato d'ottobre alle due ruote.
Ma bando alle malinconie. Foglie a parte, infatti, tutto il resto è vivo e, corre insieme a noi. Il Lombardia è infatti è ancora una Signora Corsa che, nove volte su dieci, la vince un Signor Campione. A partire da Giovanni Gerbi, il famoso "Diavolo Rosso", che la conquistò nel 1905, per arrivare a Philip Gilbert , trionfatore dell'edizione 2009 e fresco vincitore del Giro del Piemonte.
In mezzo a questi campioni c'è tutto il Pantheon del ciclismo: Fausto Coppi, l 'uomo simbolo di questa classica, con la sua cinquina. Poi Alfredo Binda, lombardo di Cittiglio, con un invidiabile poker. E a seguire, con un tris di successi, Girandengo, Belloni, Bartali e Sean Kelly. Da ricordare anche le due vittorie di Paolo Bettini (2005-06), che precedono quelle di Damiano Cunego (2007-08). E qui, come dicevano i nonni di una volta, si chiude l'avventura del Signor Bonaventura: nel senso che quella di Cunego è stata l'ultima vittoria italiana in una classica. Dopo buio pesto. Tanto che siamo ancora qua a ricordarla come qualcosa di memorabile.