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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 11:43.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel sente che il vento olandese del populista Geert Wilders sta lambendo la sua Germania e soprattutto i suoi elettori sempre più scontenti del politically correct della Cdu-Csu e da politica consumata, erede di Helmut Kohl, dice che il multiculturalismo in Germania è fallito. La mossa, che seppellisce 40 anni di politica sull'immigrazione in Germania e i suoi lavoratori-ospiti, è fatta apposta per uccidere in culla un possibile nuovo rivale, il neopartito anti-islamico tedesco in crescita di consensi proprio sull'onda di quando sta accadendo in Olanda, Svezia e Danimarca.
Un nuovo partito a destra vorrebbe dire ridare fiato ai socialdemocratici e perdere le prossime elezioni nel 2011 previsti nei principali laender tedeschi, tra cui il Baden-Wurtenberger. Non solo. Il cancelliere rilancia su un seggio unico e permanente all'Onu per la Unione europea per cercare di recuperare una leadership in Europa appannata da qualche irrisolutezza e calcolo di breve respiro. Senza contare che la Merkel sta subendo l'insidiosa concorrerenza interna nel partito del popolare ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttemberg. Insomma c'è di che preoccuparsi per rilanciare una leadership ammaccata da una gestione della crisi greca non proprio esaltante e con un euro verso 1,40 che sta creando forti malumori interni , dal partner francese e soprattutto dall'area mediterranea.
Ma andiamo con ordine e partiamo dal multicultularismo ormai kaputt come avrebbe detto Curzio Malaparte. La cancelliera tedesca ha dichiarato che il modello di una Germania multiculturale, nella quale coabitano armoniosamente culture differenti, è «completamente fallito». Mentre nel paese il dibattito sull'immigrazione esplode e si infiamma, la Merkel a una platea di giovani del suo partito conservatore Cdu e della sua ala bavarese Csu ha detto che la Germania ha bisogno degli immigrati come manopodera ma essi devono integrarsi e adottare la cultura e i valori tedeschi.
L'approccio 'Multikultì (multiculturale) del «Viviamo fianco a fianco e ne siamo felici» è fallito - ha dichiarato la Merkel - «È completamente fallito». E, pur ribadendo che la Germania resta un paese aperto al mondo, ha ripetuto: «Non abbiamo bisogno di un'immigrazione che pesi sul nostro sistema sociale». Insomma chi viene deve integrarsi accettando le regole europee, altrimenti torna a casa. La cancelliera aveva poi aggiunto che gli immigrati devono adottare cultura e valori della Germania: «Noi ci sentiamo legati ai valori cristiani. Chi non lo accetta, non è nel suo posto qui». Ha però aggiunto che «l'Islam fa parte della Germania», citando quanto già detto di recente dal presidente della Cdu Christian Wulff. Chiaro il riferimento alla polemica dell'introduzione delle origini cristiane nella Costituzione europea, richiesta sostenuta dal pontefice Benedetto XVI (il Papa anti-relativismo) e fortemente osteggiata dall'ex presidente francese Giscard d'Estaing.