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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2010 alle ore 16:59.
Una definizione, una storia, un pensiero sulla statistica. La giornata mondiale della statistica, organizzata dall'Onu e celebrata oggi a Roma, in Italia passa dai 140 caratteri di Twitter. E da un concorso "la statistica è…", attraverso il quale Istat intende celebrare l'importanza di questa scienza e il suo impatto, oltre che sull'economia, nella vita quotidiana dei cittadini.
I tweet saranno raccolti dall'istituto di statistica nelle prossime settimane.
Quelli più interessanti e curiosi saranno premiati nel corso della decima Conferenza nazionale di statistica, in programma a Roma il 15 e 16 dicembre prossimi. Qualche "cinguettio" è stato già raccolto e racconta molto bene l'interesse e la curiosità che l'iniziativa sta suscitando. "La statistica? Se non ci fosse bisognerebbe inventarla, probabilmente", scrive HariSeldon. O, ancora, albertov58: "Per la statistica io ho una speranza di vita di 80 anni; poiché ho 52 anni, fra 28 comincerò a preoccuparmi". E simon_jack, che rilegge Trilussa: "Tu mangi un pollo. Io no. La media è mezzo pollo a testa, ma io ho ancora fame. Anche questa è statistica".
Il concorso sarà accompagnato da una pagina Facebook, che lancerà tutte le iniziative legate all'evento e da una serie di interviste su Youtube, rivolte a dieci testimonial del mondo della politica, dello spettacolo, dell'informazione. Tutto per raccontare l'importanza che i numeri hanno in Italia oggi. Una testimonianza arrivata, nel corso dei lavori della giornata mondiale, anche da "cittadini illustri". Come il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha ricordato: "Le statistiche sono cruciali per un imprenditore, perché deve fare le sue scelte in condizioni di grande incertezza". O come il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi: "Le statistiche oggi sono fondamentali per fare da supporto alle misure di politica economica e per aiutare i cittadini a comprendere le misure che vengono adottate per il paese".
Un'importanza che non significa disponibilità di fondi per le attività di ricerca, come sottolinea il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini: "In Italia le risorse destinate alla ricerca sono nettamente inferiori rispetto a quelle di altri paesi europei: circa la metà di quanto spende la Francia e addirittura un terzo rispetto ai paesi scandinavi". Dall'esecutivo, comunque, non manca attenzione. "Abbiamo avuto segnali importanti", conclude Giovannini.