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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2010 alle ore 16:01.

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La presentazione del Giro d'Italia 2011La presentazione del Giro d'Italia 2011

Bello si vedrà, ma di sicuro promette bene. Come quei neonati che si presentano al mondo con uno strillo potente, il 94° Giro d'Italia sembra avere tutte le carte in regola per non passare inosservato. A partire dal fatto che, nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia, sarà un Giro tutto tricolore con un breve sconfinamento in Austria. Per stare in tema, e volare alti, questo Giro cercherà di mettere d'accordo Cavour ( partenza da Torino) e Garibaldi con il ritorno in Sicilia nella tappa dell'Etna (da scalare due volte).

Un Giro vulcanico, insomma. Almeno nelle intenzioni visto che abbondano alcune montagne sacre che, nelle ultime edizioni, hanno lasciato il segno come il Monte Zoncolan e il Colle delle Finestre, definito «terrificante» da un giornale spagnolo. Senza dimenticare il Passo Giau (cima Coppi del Giro, 2236 metri), il Fedaia, il Tonale, Sestriere e l'impronunciabile Grossglockner, impegnativo traguardo nello sconfinamento austriaco.
Un altro elemento da tener d'occhio sono le prove contro il tempo: spalmate con parsimonia, e di breve chilometraggio. La cronosquadra d'apertura (km 21,5 km) dalla Regia di Venaria Reale al cuore di Torino. Poi la cronoscalata (12,7) nella sedicesima tappa da Belluno a Nevegal. Infine quella di Milano: 33 chilometri piatti come una sogliola. Che possono essere decisivi se, prima, le montagne non fanno selezione.

Insomma, un Giro tutto in salita. E quindi un Giro di Basso, se Ivan lo correrà per la vittoria come ha fatto l'anno scorso. Discorso diverso se il capitano della Liquigas deciderà di puntare soprattutto al Tour, Tour che quest'anno si presenta con qualche montagna in più e qualche cronometro in meno, quindi con delle caratteristiche (almeno sulla carta) più congeniali al varesino. Ma qui si entra nel campo delle cento pertiche, dei "se" e dei "ma".
Chiaro che Ivan, a 33 anni, non può rinviare all'infinito i suoi conti col Tour. Se vuole vincerlo, e non sarà facile, adesso o mai più. Solo che puntare alla Grande Boucle, nel 2011, vuol dire correre con il freno a mano il Giro d'Italia. Oppure mettersi al servizio del suo giovane delfino, Vincenzo Nibali, ormai lanciato, dopo la Vuelta, nel grande firmamento delle due ruote. Si vedrà. Il tema è caldo ma ci sarà tempo per affrontarlo. E dipenderà anche dagli avversari.

Per il resto, ci sembra un bel Giro. Pieno di insidie, agguati e rimandi storici. Ma si sa che, con i rimandi storici, si fa (a parole) l'Italia ma non il Giro. Nel senso che, alla fine della fiera, tutto dipenderà dalle forze in campo e da come verrà affrontata la corsa. Un po' di pepe lo metterebbe quel Riccardo Riccò che, dopo i due anni di purgatorio per la nota squalifica, si è riaffacciato alle corse con la grinta di sempre. Purtroppo, di questi tempi, a fidarsi si va sempre la figura dei fessi.

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