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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 11:18.
«L'intervista di Mauro Moretti non è assolutamente condivisibile» ed è questo che avrebbe provocato la rottura della tregua con Ntv. Parola del ministro ai Trasporti, Altero Matteoli, interpellato a margine del convegno nazionale stradale Aipcr. Il ministro ha puntualizzato che queste situazioni accadono «quando si parla attraverso i giornali».
In un'intervista, l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Moretti ha ribadito problemi al treno Agv, scelto da Ntv (dall'anno prossimo concorrente di Fs sull'alta velocità) e sul quale sono in corso test sui binari italiani gestiti da Rete Ferroviaria Italiana, controllata di Fs. (Guarda il video di Italo, nuovo treno di Ntv). Fatto che ha provocato una dura replica, sempre ieri, di Ntv e Alstom (costruttore di Agv). È durata poco, dunque, la tregua raggiunta a Palazzo Chigi il 19 ottobre scorso, dopo un primo scambio di accuse tra gli attori in campo.
Moretti ha ora accusato Ntv di aver deciso di «sospendere le corse di prova quando è emerso che era l'Agv Pegase e non la linea ad avere problemi tecnici». Sulle pagine del Corriere della Sera Moretti ha dichiarato ieri che «il loro certificatore parla chiaro: oltre i 250 km all'ora il prototipo perde stabilità. Ora é in revisione nello stabilimento Alstom di Savigliano. E mi fermo qui per non fare paragoni tra i nostri treni e un prototipo che potrà senz'altro migliorare. Anche noi abbiamo avuto problemi con gli Etr 600 e 610: Alstom doveva omologarli in 90 giorni e ci ha messo due anni e mezzo».
Secca la risposta dei soci fondatori di Ntv, Diego Della Valle, Luca Cordero di Montezemolo e Gianni Punzo. «Ci rendiamo conto che la preoccupazione che presto i cittadini, grazie alla concorrenza, saranno finalmente in condizione di scegliere i migliori treni e i migliori servizi porti l'ingegner Moretti (e chi lo telecomanda) a ostacolare e denigrare in ogni modo questa iniziativa che, tra l'altro, ha il merito di creare mille posti di lavoro diretti e altrettanti indiretti», hanno scritto in una nota congiunta i soci fondatori di Ntv. «Comprendiamo anche come una persona abituata a spendere il denaro pubblico e non a rischiare quello proprio possa pensare che investire un miliardo di euro in una impresa che opera in Italia rappresenti un rischio imprenditoriale di poco conto. Comunque non intendiamo prestarci ulteriormente a inutili polemiche che non fanno bene al Paese».