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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2010 alle ore 06:37.
Obama svolti al centro per vincere (di Gianni Riotta)
Più cooperazione se il governo è diviso (di Alberto Alesina)
Le scelte acrobatiche dei repubblicani (di Luigi Zingales)
A Washington tutti si aspettano una vittoria del Partito repubblicano alle elezioni di metà mandato di domani. La notte di martedì sarà comunque lunga, dicono nella capitale americana, perché almeno una cinquantina di seggi alla Camera e cinque o sei al Senato si decideranno all'ultimo voto. I sondaggi sono però unanimi: i repubblicani conquisteranno agevolmente la Camera e sfioreranno la maggioranza al Senato (dove si rinnova solo un terzo dei suoi membri). Il partito e l'agenda del presidente Barack Obama subiranno un grave contraccolpo, se le previsioni saranno confermate.
Nel prossimo Congresso il potere di spesa ce l'avranno i repubblicani, la Casa Bianca dovrà cambiare strategia, Obama avrà il problema non solo di governare assieme agli avversari politici, ma anche di trovare un modo per rilanciare la sua presidenza e farsi rieleggere nel 2012. Il nuovo Congresso entrerà in funzione all'inizio del 2011, ma da qui alla fine di quest'anno l'attuale maggioranza in versione "anatra zoppa" dovrà comunque prendere alcune decisioni importanti. Due su tutte: approvare il budget 2011, cioè la legge finanziaria, e decidere che cosa fare con i tagli fiscali di George W. Bush, in scadenza il 31 dicembre. È probabile, però, che le decisioni saranno lasciate al nuovo Congresso, dove l'influenza dei repubblicani sarà maggiore.
L'agenda internazionale non è da meno, anche se riguarda più l'esecutivo che il Congresso. Due giorni dopo le elezioni, Obama andrà in Corea del Sud, Giappone, Indonesia e India. Il 10 novembre, dopo il G-20 a Seul, il Dipartimento del Tesoro dovrà prendere una decisione delicata, già rinviata qualche mese fa: accusare o no la Cina di manipolare al ribasso il valore dello yuan. Una scelta complicata dal fatto che a gennaio ci sarà la visita ufficiale in America del presidente cinese Hu Jintao. Negli stessi giorni di novembre scade il termine fissato congiuntamente da americani e sudcoreani per approvare il trattato bilaterale di libero scambio.
Un paio di cose care all'Amministrazione dovrà essere approvato subito, finché c'è una solida maggioranza democratica. Il nuovo trattato nucleare con la Russia per la riduzione del 30% delle testate è il primo provvedimento. Poi c'è la legge che consente agli omosessuali di arruolarsi apertamente nell'esercito. A dicembre Obama riunirà anche il gabinetto di guerra per fare il punto sulla strategia militare, politica e civile in Afghanistan.