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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 09:04.
Tutti i cristiani sono considerati «obiettivi legittimi» da al Qaeda in Iraq, dopo la scadenza dell'ultimatum concesso alla chiesa copta d'Egitto. Lo riferisce l'organizzazione americana di monitoriaggio dei siti islamici "Site". I terroristi avevano intimato di rilasciare due donne egiziane, Camilia Chehata e Wafa Constantine, mogli di sacerdoti copti trattenute - secondo al Qaeda - in un convento contro la loro volonta dopo essersi convertite all'Islam. L'ultimatum sarebbe stato previsto dal documento di rivendicazione dell'attacco di domenica contro la basilica siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza di Baghdad, in cui hanno perso la vita oltre 50 persone. La branca irachena dell'organizzazione fondata da Osama Bin Laden dava alla chiesa copta egiziana 48 ore per «liberare» le musulmane «prigioniere».
Intanto anche i musulmani sciiti sono sotto il tiro del terrorismo in Iraq. È salito a 63 morti il bilancio delle vittime degli undici attentati contemporanei con autobomba compiuti in diversi quartieri di Baghdad, secondo una fonte del ministero dell'Interno. I feriti sarebbero 285.
Il dramma dei cristiani d'Oriente (di Alberto Negri)