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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 16:22.
Londra – «Inaccettabili». Da Seul David Cameron reagisce con parole dure alle violenze di ieri a Londra, provocate dalla sua decisione di triplicare le tasse universitarie. Ne ha anche per la polizia accusata di essersi mossa in modo inadeguato per far fronte alle azioni degli estremisti che si erano mischiati nel corteo, peraltro pacifico, degli altri studenti.
Le parole di Cameron vanno lette come un incoraggiamento agli agenti affinché si preparino meglio in vista della prossima volta ? Probabilmente sì. Cresce la sensazione che la protesta studentesca possa essere solo l'azione dell'avanguardia di un movimento destinato a crescere con il crescere della stretta alla spesa pubblica decisa dall'esecutivo Con-Lib. Sensazione che potrà trovare conferma nelle prossime ore.
Oggi, infatti, il ministro del lavoro Iain Duncan Smith annuncia in una serie di comunicazioni nel corso della giornata la rivoluzione del welfare, ovvero il ribaltamento completo dei criteri di assegnazione dei sussidi disoccupazione. «È una semplificazione – dicono al ministero – si eliminano mille benefits per introdurne uno solo». In realtà è molto di più, essendo una rilettura radicale di quella flexecurity lanciata in Danimarca anni fa. Del sistema caro a Copenaghen, Londra, adotta sostanzialmente la parte sanzionatoria: chi è senza lavoro e rifiuta offerte perde i sussidi. Non solo, ma nella versione inglese, chi ha l'assegno di disoccupazione dovrà svolgere lavori nella comunità che non saranno pagati.
È stato fatto l'esempio di attività presso le ong, ma anche di pulizia delle strade ovvero impieghi attualmente retribuiti. La giungla del welfare britannico è quanto mai fitta e il disboscamento ideato da Iain Duncan Smith è, per certi versi, indispensabile per riportare a logiche di lavoro persone che da anni vivono di sussidi statali, garantendosi un reddito superiore a quello di chi è impiegato. L'occasione consentirà di tagliare del 40% il capitolo di spesa assicurando, così, uno dei contributi maggiori all'opera di risanamento dei conti pubblici.
Il prezzo da pagare è l'aumento dell'emarginazione e del gap fra "have" e "have not", fra chi sta relativamente bene e chi non arriva a fine mese. Ricetta di una possibile sollevazione sociale? Londra ci ha disabituato alle proteste, da Margaret Thatcher in poi, ma la performance studentesca di ieri è un signficativo avvertimento.