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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2010 alle ore 16:29.
"La base della democrazia è la libertà di espressione": nel suo primo discorso ai suoi sostenitori dopo il rilascio di ieri, la leader democratica birmana Aung San Suu Kyi si è impegnata a "lavorare con tutte le forze democratiche del Paese", confermando così di voler tornare alla vita politica attiva. L'attende un compito difficile, anche perché l'opposizione alla giunta militare al potere appare divisa: la Lega Nazionale per la Democrazia (Lnd), che ha boicottato le elezioni dello scorso dicembre, è stata sciolta dal governo, mentre alcuni quadri hanno dato vita alla Forza Democratica Nazionale (Fnd) accettando invece di partecipare allo scrutinio, considerato privo di validità dalla comunità internazionale.
"Dovete ribellarvi in nome di ciò che è giusto: se vogliamo ottenere quel che desideriamo, dobbiamo farlo in un modo che sia adeguato" ha proseguito la 65enne premio Nobel per la pace: "Sono a favore della riconciliazione nazionale, a favore del dialogo, e quale che sia la mia autorevolezza intendo utilizzarla a questo fine. Ma spero che ciò che potrò fare non sia basato solo sull'autorità morale, voglio far credere di far parte di un movimento efficace".
"Non serbo alcun rancore verso coloro che mi hanno tenuta prigioniera: i poliziotti mi hanno trattato bene e spero facciano altrettanto con il popolo birmano" ha continuato Suu Kyi, che più tardi in un'intervista alla Bbc si è dichirata pronta a incontrare i generali del regime che guida il paese.
"Credo nei diritti dell'uomo e nelle regole del diritto" ha detto ancora Suu Kyi, che ha parlato presso la sede dell'Lnd a Rangoon, dove ha incontrato anche dei diplomatici stranieri. "Si ha democrazia quando il popolo può controllare l'operato del governo, accetterò il controllo del popolo. Ho bisogno dell'energia del popolo, voglio ascoltare la voce del popolo e poi decideremo che cosa vogliamo fare" ha concluso, sottolineando di voler fare il possibile per migliorare il tenore di vita del paese.
Se l'opinione popolare sarà favorevole, non è da escludere che Suu Kyi chieda alla comunità internazionale l'abolizione delle sanzioni economiche in vigore nei confronti della Birmania. Sebbene si nutrano dubbi sulla effettiva libertà di azione che la giunta militare intenda riservarle, il suo legale Nyan Win ha confermato che il rilascio ha avuto luogo senza alcuna condizione: "E' completamente libera, e molto felice".