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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2010 alle ore 06:39.
Brescia, 28 maggio 1974. 36 anni fa. Il cielo non promette nulla di buono. Entrano in Piazza della Loggia diecimila sindacalisti, operai, studenti, disoccupati, giovani e vecchi, volti di gente comune. È il segno di una civile protesta contro numerosi atti di violenza di gruppi di neofascisti che durano ormai da settimane. Attentati contro sedi del sindacato, circoli culturali, sezioni di partiti, aggressioni contro singole persone. Parla Franco Castrezzati della Cisl. Sono le 10 e 12 minuti. La pioggia inizia a battere fitta su mille ombrelli aperti, sugli impermeabili, sui giubbotti. Le sue saranno parole ingoiate di traverso.
«... Sono così venuti alla luce uomini di primo piano che hanno rapporti con gli attentatori di Piazza Fontana e del direttissimo Torino-Roma, vengono pure alla luce bombe, armi, tritolo, esplosivi di ogni genere. Ci troviamo di fronte a trame intessute segretamente da chi ha mezzi e obietti precisi. A Milano... State fermi... state calmi, state calmi. State all'interno della piazza, il servizio d'ordine faccia cordone intorno alla piazza, state all'interno della piazza. Invitiamo tutti a portarsi sotto il palco, venite sotto il palco, state calmi, lasciate il posto alla Croce Bianca, lasciate il passo, lasciate il passaggio delle macchine, tutti in piazza della Vittoria, tutti in piazza della Vittoria».
Otto morti. Novantaquattro feriti, alcuni gravi. Cinque insegnanti, due operai, un pensionato. Neanche un sorriso, un sospetto, una parola, nemmeno una frazione di tempo, quanto basta per accorgersi che in un cestino dei rifiuti, sotto i portici di piazza della Loggia, un uomo ha piazzato poco prima un ordigno di altissimo potenziale.
Brescia, 16 novembre 2010. 36 anni dopo. I giudici della Corte d'Assise assolvono per insufficienza di prove cinque imputati dall'accusa di aver organizzato ed eseguito la strage.
Assolti i due ex appartenenti al gruppo neofascista Ordine nuovo, Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi. Assolti Maurizio Tramonte, già collaboratore del Sid (l'allora servizio segreto militare) e il generale dei carabinieri Francesco Delfino. Assolto l'ex segretario del Msi (Movimento sociale italiano), Pino Rauti.