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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 16:57.
Boom della vendita di farmaci online: oltre un italiano su tre acquista medicinali su internet sulla base di presunte garanzie di sicurezza, economicità e anonimato. E le pillole contro le disfunzioni sessuali sono solo la punta dell'iceberg. Peccato, però, che oltre il 50% dei farmaci commercializzati sul web sia contraffatto, e venga venduto da siti illegali, con tutti gli immaginabili rischi per la salute.
L'allarme lanciato da un'indagine conoscitiva sul fenomeno della contraffazione e dell'e-commerce farmaceutico promossa dalla commissione Igiene e Sanità del Senato e presentata oggi dal presidente della commissione Antonio Tomassini, dal vicepresidente Daniele Bosone e dal relatore Luigi D'Ambrosio Lettieri. «Le competenti autorità di controllo e vigilanza - si legge nel rapporto - hanno accertato che una percentuale elevatissima di farmaci acquistati attraverso questi canali di vendita ha concentrazioni di principio attivo non corrispondenti a quelle dichiarate, contiene sostanze diverse da quelle dichiarate e, in alcuni casi, non contiene alcun principio attivo; l'85% dei siti non chiede la prescrizione per la vendita dei farmaci, anche quando è obbligatoria per legge, mentre per l'8% dei siti è sufficiente una ricetta inviata via fax e quindi ad alto rischio di falsificazione».
Proliferano le "farmacie virtuali" illegali. Anche in Italia, sebbene la rete di distribuzione farmaceutica «sia considerata tra le più sicure, grazie anche al sistema di tracciabilità del farmaco realizzata attraverso il bollino ottico, che consente il monitoraggio dei farmaci, dalla produzione alla dispensazione in farmacia, garantendo all'utente un elevato livello di sicurezza», si registra «una sempre maggiore proliferazione in rete delle cosiddette "farmacie virtuali", farmacie illegali, che operano a livello internazionale tramite transazioni commerciali con singoli soggetti».