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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2010 alle ore 06:37.
Il quadro delle agevolazioni per la casa
Altri 12 mesi: famiglie e imprese guadagnano un altro round con la detrazione del 55 per cento. Dall'anno prossimo, però, la convenienza dovrà essere misurata su una durata doppia, che limerà di qualche punto percentuale l'entità effettiva del bonus.
Secondo il Ddl di stabilità approvato alla Camera e ora all'esame del Senato, per le spese sostenute dai privati a partire dal 1° gennaio 2011, lo sconto fiscale dovrà essere diviso in dieci rate annuali, e non più in cinque. Si tratta, in pratica, della quarta correzione in cinque anni di vigenza dell'incentivo: le rate erano tre nel 2007, da tre a dieci nel 2008 (a scelta del contribuente) e cinque negli ultimi due anni.
Se la proposta diventerà legge nei termini attuali, chi non riuscirà a effettuare il bonifico di pagamento entro il 31 dicembre vedrà dimezzato l'importo da portare in detrazione con la dichiarazione dei redditi presentata nel 2012. Per una spesa di 20mila euro, ad esempio, si passerà da 2.200 a 1.100 euro all'anno. Inoltre, su dieci anni l'inflazione peserà di più, e quindi la somma che "tornerà" in tasca ai contribuenti sarà più bassa in termini reali. Quanto più bassa dipenderà dall'andamento dell'economia: con un'inflazione media all'1,5%, ad esempio, il recupero si ridurrebbe di circa 400 euro su 20mila investiti. Colpa dell'inflazione, che rosicchia una parte di quel 55% che il fisco restituisce gradualmente nel tempo; così, dopo cinque anni, la detrazione effettiva diventa del 50,5% e dopo dieci del 47 per cento.
Tra l'altro, la nuova rateazione in dieci anni non dovrebbe consentire ai contribuenti anziani di ridurre il numero di rate (cinque per gli over 75, tre per gli over 80) come invece avviene per il 36% sui lavori di ristrutturazione. Sempre che non si decida di uniformare le regole tra i due incentivi.
A conti fatti, comunque, i contribuenti non potranno essere troppo delusi, perché fino a pochi giorni fa la proroga del 55% sembrava un miraggio. Pesava come un macigno, nel dibattito sul rinnovo, il costo dell'agevolazione per le casse pubbliche: poco più di 6 miliardi a fronte di 11 miliardi di spese agevolate sostenute da famiglie e imprese tra il 2007 e il 2010.