Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2010 alle ore 12:22.
Giorgio Napolitano prende atto con soddisfazione delle promesse di Sandro Bondi riguardo i fondi Fus e il sostegno al cinema, ma non rinuncia a giudicare «inspiegabile» la soppressione di enti come l'Eti, l'Ente teatrale italiano, e, soprattutto, avverte: non è certo attraverso la «mortificazione della cultura che si risana il bilancio in tempi di crisi». La crisi economica, ha detto il capo dello Stato, ricevendo al Quirinale il mondo del cinema e dello spettacolo per il premio De Sica, non conosce «vie d'uscita indolori», nè fa sconti e i tempi che corrono «richiedono revisioni rigorose della spesa pubblica».
Per Napolitano, la crisi economica internazionale «ci impone di ripensare molte cose in Italia e in Europa». Il mondo «è cambiato» ha spiegato il presidente della Repubblica e non ci sono sconti e via d'uscita indolori per Paesi (ad esempio dell'Eurozona, come stiamo vedendo) che hanno conosciuto un'illusoria, troppo facile crescita negli scorsi decenni». Tutto ciò però va affrontato con serietà e «ritengo - ha aggiunto - che queste vie non le troveremo attraverso una mortificazione della risorsa di cui l'Italia è più ricca, la risorsa cultura, nella sua accezione unitaria».
Napolitano è partito da lontano, con l'amara considerazione che, quest'anno, i premi De Sica risultino in chiave minore rispetto al passato. Per via del fatto che manca «la componente Eti, «ente inspiegabilmente soppresso», e che sono stati sospesi i primi «Olimpici del teatro». «Spero solo sospesi», chiosa il capo dello Stato. Due assenze «di cui mi rammarico molto», aggiunge precisando di essere bene a conoscenza «di quel che inquieta» l'ambiente in questo periodo. «Mi tengo doverosamente lontano dalla dialettica tra sindacati e governo, considero positivo quel che il ministro del Beni culturali ha dichiarato sulle ragioni della protesta di ieri, e quel che ha annunciato in materia di ripristino di risorse per il Fus 2011 e di rinnovo delle misure di incentivazione fiscale al cinema».
L'augurio del capo dello Stato è però che arrivino risorse per «l'intero capitolo cultura». Tutto l'ambito culturale, insomma: «spettacolo, musei, siti archeologici, centri urbani e luoghi paesaggistici da preservare nella loro unicità». Napolitano non cita direttamente Pompei, ma il riferimento è esplicito. Si tratta, conclude, di un «un patrimonio straordinario che abbiamo ereditato e abbiamo il dovere di preservare valorizzare».