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Il capo dello stato firma il decreto rifiuti corretto dal governo: accolte le mie osservazioni

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 06:39.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi emanato il decreto legge recante "Disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della Regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti" nel testo definitivo trasmesso dalla presidenza del Consiglio dei Ministri che, si legge nella nota del Quirinale, «tiene significativamente conto delle osservazioni e delle richieste di chiarimento formulate dal capo dello stato».

Rilievi tecnico-giuridici, ma non solo. Al Quirinale non è piaciuta quella sorta di palleggio di responsabilità con effetti concreti anche dal punto di vista operativo, tra presidente della regione, comuni e provincia nell'attività di raccolta e recupero dei rifiuti a Napoli. Il segnale inviato al governo è stato netto e preciso, accompagnato da una certa irritazione per come l'intera vicenda del decreto rifiuti è stata gestita. Prima l'annuncio, giovedì scorso, da parte del Consiglio dei ministri, dell'approvazione del provvedimento, di cui però non si è avuta traccia fino a lunedì, per effetto del caso politico esploso attorno alle accuse lanciate dal ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna alla gestione del Pdl in Campania, con tanto di annuncio di dimissioni (ora rientrate). Dulcis in fundo, il testo è giunto in bozza via mail lunedì sera e martedì finalmente nella sua versione finale. Gli uffici giuridici del Colle hanno avanzato rilievi nel merito del testo (che saranno resi noti probabilmente oggi nella loro interezza), cui i tecnici di palazzo Chigi hanno fatto fronte con il testo giunto al Quirinale nella serata di ieri. A questo punto, il nuovo testo sarà sottoposto oggi alla valutazione del presidente della Repubblica per la promulgazione.

Nel mezzo si registra la precisazione giunta dal Colle rispetto ad una versione giudicata «impropria e parziale» diffusa dalle agenzie in cui si riportava il dettaglio dei rilievi mossi dai tecnici del Quirinale, tra cui la mancanza di alternative idonee alla cancellazione delle discariche inserite nella legge 123 e l'impossibilità di assegnare le funzioni, e i poteri, di sottosegretario ai commissari che dovranno occuparsi della realizzazione dei termovalorizzatori. Il punto di fondo - dicono i collaboratori di Giorgio Napolitano - è che le osservazioni avanzate due giorni fa devono essere affrontate «nella loro globalità».

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La risposta del governo ai rilievi del Colle è nella nuova versione del testo giunto ieri sera. Salta, in particolare, la norma che prorogava fino alla fine del 2011 la possibilità per le province di disporre dei poteri in deroga al testo unico sugli enti locali per assicurare «l'utile e ininterrotta attività di raccolta e recupero dei rifiuti» da parte delle amministrazioni comunali. E salta anche la norma che definiva la nuova localizzazione delle piazzole per la raccolta dei rifiuti.

Sul resto, quattro articoli in tutto per dodici commi, altri interventi formali, fondamentali per affrontare appunto nella loro interezza le osservazioni del capo dello stato. Sempre ieri al termine della riunione straordinaria della Conferenza delle regioni, il presidente Vasco Errani ha chiarito che per assicurare la disponibilità ad accogliere rifiuti campani «occorre che vi siano due condizioni: deve esserci la dichiarazione dello stato di emergenza e il governo, in modo coerente e fermo, con un proprio atto, deve chiedere la collaborazione e l'impegno di tutte le regioni. Deve muoversi cioè tutto il livello istituzionale, con responsabilità e coerenza». Il secondo punto, in particolare, servirebbe per ricucire con il fronte delle regioni che hanno già espresso la loro indisponibilità a concorrere, in fase transitoria, allo smaltimento di parte dei rifiuti di Napoli. Sul fronte del «no», oltre a Piemonte e Veneto, sono schierate anche la Liguria, l'Abruzzo e le Marche. Mentre il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, in attesa di leggere sulla Gazzetta ufficiale il testo del decreto avverte: attenzione a non esautorare i comuni dalle loro competenze.

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