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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 08:48.
Si accomiatano dal pubblico ringraziando «tutta la gente che ci ha aiutato, Raitre, Ruffini, Mazzetti, ma anche quelli che non lo hanno fatto perché hanno reso ancor più bella questa trasmissione». Così Fabio Fazio e Roberto Saviano chiudono "Vieni via con me" con più di qualche stilettata ai vertici aziendali che non hanno mancato di ostacolarli. I vertici di quella Rai che pure, aveva esordito Fazio, «è un pezzo importante del Paese».
Alla fine, per l'ultima puntata del programma record di ascolti, non ci sono i comitati pro-vita che approderanno invece nel salotto di Bruno Vespa. Ma a loro i conduttori non risparmiano critiche quando ricordano che la storia di Piergiorgio Welby «non è certo una storia di morte, ma è una storia di amore». E non c'è, «anche se - dirà Fazio - lo avremmo tanto voluto qui», Mario Monicelli, il grande regista viareggino, morto suicida ieri sera in un ospedale della capitale, cui Fazio e Saviano consegnano un omaggio anche nel finale ricordando i suoi capolavori.
C'è, invece, e si mostra assai battagliero il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso che alla politica invia un messaggio inequivoco. «Ho bisogno - esordisce - che la lotta alla mafia sia posta tra le priorità nel programma di qualsiasi partito e che le leggi per contrastarla ricevano voto unanime». Poi una cartolina al guardasigilli Angelino Alfano e al premier Silvio Berlusconi. «Non ho bisogno per combattere la mafia - prosegue - dell'annunciata riforma della giustizia, almeno di quella che propone la separazione delle carriere, un Csm solo per il pubblico ministero, l'appellabilità delle sentenze solo da parte del condannato, leggi ad personam, termini iugulatori per le varie fasi processuali che portano all'impunità degli imputati». Quindi un altro segnale all'indirizzo del Cavaliere quando scandisce che il contrasto alla criminalità «non ha bisogno di chi attacca strumentalmente i magistrati».
Così quel Silvio Berlusconi che, a detta di Fazio, era stato evocato solo nella prima puntata diventa protagonista dell'ultimo tornante di Vieni via con me. C'è nell'elenco di Grasso, ma anche in quello del nobel Dario Fo che legge i consigli del "Principe" di Machiavelli o nella declinazione della legalità secondo Don Ciotti. E riappare poi anche con Milena Gabanelli che ricorda le cause che incombono su Report per 251 milioni di euro di richieste danni.