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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2010 alle ore 20:23.
Il gruppo dell'Udc alla Camera ha deciso stasera all'unanimità di presentare una mozione di sfiducia al governo. «È una strada obbligata, in coerenza con gli impegni presi», ha spiegato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, precisando che se Berlusconi «si dimettesse prima del voto di sfiducia, sarebbe un gesto che apprezzerei molto».
Il gruppo ha dato mandato al presidente Casini di presentare la mozione «nei modi e nelle forme che riterrà più opportuni». Casini ha spiegato che «poiché in questa legislatura abbiamo votato per 37 volte la sfiducia a questo governo, non abbiamo altra strada se non quella obbligata di presentare una mozione di sfiducia in coerenza con quanto fatto finora».
Il leader Udc tuttavia non ha però chiuso la porta a un eventuale Berlusconi-bis. «Nella mozione offriamo anche una indicazione per il futuro affinché si formi un'area di responsabilità che appoggi un nuovo governo. Non servono governicchi ma un nuovo governo di responsabilità con una maggioranza più ampia. Se può guidarlo Berlusconi stesso? Su questo decide Napolitano».
Questo nel giorno in cui i finiani moderati hanno chiarito che il nodo sulla sfiducia a Silvio Berlusconi sarà sciolto solo il 13 dicembre dopo aver ascoltato il premier.
Domani è fissato un incontro tra Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli e non è escluso che si valuteranno convergenze con Fli e Api su questo punto: per presentare una mozione di sfiducia sono infatti necessarie 63 firme. Il testo della mozione dei centristi, ha spiegato Casini, «sarà pronta nelle prossime ore e avverrà nei tempo stabiliti dal regolamento», vale a dire tre giorni di anticipo sulla discussione parlamentare.
La mozione annunciata dall'Udc per il Pd è un «gesto di chiarezza». Per il Pd «evidentemente la presentazione della mozione di sfiducia da parte del Pd ha messo in movimento la situazione». (N.Co.)