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Gli avvocati di Assange trattano con Scotland Yard. Nei nuovi cablo le aziende spiate dagli Stati Uniti

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2010 alle ore 22:00.

Si sta negoziando la data dell'incontro con Scotland Yard, ha rivelato uno degli avvocati di Julian Assange, Jennifer Robinson, dello studio Finers Stephens Innocent di cui fa parte anche Mark Stephens, precisando che l'australiano ha accettato di incontrare la polizia in territorio britannico. Stephens ha detto di aver ricevuto oggi pomeriggio una telefonata di Scotland Yard e che si sta cercando di organizzare un incontro con la polizia. «Assange non è accusato di niente», ha aggiunto il legale del fondatore di Wikileaks. L'avvocato ha detto che l'incontro avverrà nel «prevedibile futuro» ma non c'è ancora un'ora e una data.

Si stringe il cerchio intorno ad Assange
Il fondatore di Wikileaks, secondo la Bbc, si nasconde nel sud-est dell'Inghilterra. Un volta localizzato, dovrà apparire davanti ai magistrati della Corte nel giro di 24 ore, altrimenti verrà estradato in Svezia. Intanto Stoccolma ha fornito tutte le informazioni utili alla Gran Bretagna. Il caso legale (due donne lo accusano di violenza sessuale) che pesa su Assange si è aperto a settembre e da allora l'australiano ha sempre negato (parlando di rapporti consensuali), mentre il suo avvocato ha più volte ribadito che farà di tutto per evitare l'estradizione del suo cliente. Sul sito dell'Interpol il fondatore di Wikileaks è schedato con la foto in cui aveva ancora i capelli lunghi e biondi: Julian Paul Assange, maschio, nato il 3 luglio 1971 a Townsville, Queensland, Australia, è «Wanted» per la giustizia internazionale, un terrorista hight-tech per il Senato americano, un eroe per il popolo della rete. Mentre Scotland Yard cerca di arrestarlo, la Svizzera gli chiude il conto in banca, azzerando le possibilità di ospitarlo anche come rifugiato politico.

La Svizzera congela i conti di Wikileaks
Assange infatti aveva aperto un conto postale in Svizzera e, secondo il quotidiano elvetico La Tribune, avrebbe anche chiesto asilo politico alla confederazione elvetica. Ma Postfinance, filiale bancaria delle poste svizzere, oggi ha congelato il conto per «false indicazioni sul domicilio» dell'intestatario. «Ha fornito indicazioni false quando ha aperto il conto, ci ha detto che aveva una casa a Ginevra ma dalle verifiche è risultato falso», ha detto un portavoce dell'istituto. «Un tecnicismo per congelare i fondi», secondo WikiLeaks, che spiega come Assange non possa avere un indirizzo, dal momento che è un rifugiato in cerca di asilo e per aprire il conto ha dato l'indirizzo del suo avvocato di Ginevra. Il conto era destinato alle donazioni per il «fondo di sicurezza di Assange e della squadra di Wikileaks», si legge sul sito, e vi erano depositati circa 31mila euro. Non è chiaro cosa ne sarà dei fondi: la banca dice che li riconsegnerà al proprietario, ma WikiLeaks ha già fatto sapere che con quelli di oggi diventano 100mila gli euro che l'organizzazione ha perso solo nell'ultima settimana (quando PayPal ha chiuso il servizio di pagamento a WikiLeaks ha congelato i 60mila euro donati da un'associazione tedesca di beneficenza).

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Gli avvocati che tutelano Assange su Internet e in Tribunale

Chi sono e da chi sono pedinati gli avvocati che tutelano Assange su internet e in tribunale

Nella vicenda WikiLeaks, gli avvocati che assistono il fondatore del sito Julian Assange

La Svizzera vuole chiudere il conto bancario di WikiLeaks

Su WikiLeaks i siti da proteggere per gli Usa (anche aziende italiane). «Al Qaida voleva uccidere Bush»

WikiLeaks ha pubblicato una lista segreta di siti «sensibili» in tutto il mondo che gli Usa vuole

Perché Assange può essere utile a Obama

Due settimane prima che WikiLeaks divulgasse i suoi comunicati, Alec Ross del Dipartimento di Stato

Tags Correlati: Atlantic Crossing | Australia | Bbc | Canada | Enrico Mattei | Finers Stephens Innocent | Germania | Ginevra | Hillary Clinton | Interpol | Italia | Jennifer Robinson | Julian Paul Assange | Mark Stephens | Postfinance | Russia | Scotland Yard | Senato degli Stati Uniti d'America | Società per Azioni | Svezia

 

Le nuove rivelazioni
Le rivelazioni peraltro non si sono arrestate. L'ultima «bomba» di Assange parla di centinaia di infrastrutture e aziende chiave «vitali» per l'economia e la sicurezza di «ogni paese» del mondo «spiate» dall'intelligence Usa attraverso le proprie ambasciate. Online sono finite «infrastrutture chiave considerate dal governo statunitense di importanza critica per l'America», ha scritto Wikileaks pubblicando il documento. «Un'azione criminale e sconsiderata», ha tuonato il ministro degli Esteri, Franco Frattini: rivelare i nomi di aziende «sensibili per la sicurezza dell'Italia» è stata la «più grave delle uscite», «un favore al terrorismo».

Gli Usa spiavano le infrastrutture degli altri paesi
Il dispaccio pubblicato da Wikileaks, scritto il 18 febbraio 2009 dal Dipartimento di Stato Usa, contro-siglato da Hillary Clinton, contiene la «prima versione» - scrive il sito - della «Critical Foreign Dependencies Initiative», e dettaglia un elenco di impianti farmaceutici, miniere per i minerali rari, infrastrutture tecnologiche e per la comunicazione, siti militari, sui quali le ambasciate americane dovevano avviare una attività di intelligence «senza consultare i Paesi ospitanti» si legge in un altro "cable" del 26 marzo 2009.

I due siti italiani attenzionati dall'intelligence americana
I due siti italiani «attenzionati» sono la Glaxo Smith Kline Spa di Parma e il gasdotto Trans-Med, anche noto come «Gasdotto Enrico Mattei». La prima è una multinazionale farmaceutica nata nel 2000, con sede a Verona, che nello stabilimento di San Polo di Torrile si occupa «dello sviluppo di nuovi prodotti in forma sterile e della produzione di vaccini e di liquidi e liofilizzati sterili a livello mondiale», tra i quali il Digibind, un antidoto. Il gasdotto, invece, è uno degli impianti principali per l'approvvigionamento energetico che porta idrocarburi lungo oltre 2.000 chilometri dall'Algeria alla Val Padana.

Ma è lunghissimo l'elenco delle infrastrutture «vitali» secondo gli Usa. In Asia orientale, sotto controllo in particolare le dorsali sottomarine per le comunicazioni e lo scambio di energia (C2C), che interconnettono tra loro le due sponde del Pacifico e i paesi della regione. Ma anche centrali elettriche e le miniere delle «Terre rare» (le 14 materie strategiche per il futuro dell'industria). In Africa le miniere di cobalto, manganese, ferro, bauxite. Le dorsali per le telecomunicazioni del Brasile, dell'Argentina o del Canada, dove «interessa» molto agli Usa anche una fabbrica «strategica» di Montreal per la produzione dei missili terra-aria AGM-130, nell«'Emisfero Occidentale».

Ma la gran parte dell'elenco è in realtà dedicata al capitolo «Europa-Eurasia». Si inizia dagli impianti della Bae Systems per la produzione dei caccia da combattimento F-35, quelle per i missili di precisione Extended Range Guided Munition e per la fabbricazione di vaccini animali, tutti in Gran Bretagna. Il cavo sottomarino Apollo, che collega Gran Bretagna e Francia con gli Stati Uniti, e quello AC-1 (Atlantic Crossing 1) che interconnette gli Usa con Olanda, Germania e Gb. Gli impianti per la fabbricazione di vaccini, insulina, e tutta la gamma di industrie chimiche in Francia, Svizzera, Danimarca, Germania, dove sono tenuti sotto controllo anche le principali infrastrutture targate Siemens. I più importanti gasdotti e oleodotti, dall«Enrico Mattei a quello Baku-Tbilisi-Ceyhan, che trasporta petrolio dal Mar Caspio al Mediterraneo, al Nadym in Russia che trasporta gas dalla Siberia fino nel cuore dell'Europa.

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