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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2010 alle ore 08:36.
La drammatica vicenda di Yara Gambirasio, la ragazza scomparsa ormai da dieci giorni da Brembate Sopra, nel Bergamasco, conosce un altro, clamoroso colpo di scena. Il gip di Bergamo Vincenza Maccora ha disposto la scarcerazione di Mohammed Fikri, 22 anni, fermato sabato scorso con le accuse di sequestro di persona e omicidio. Inevitabile, dopo che il pm Letizia Ruggeri, al termine dell'udienza di convalida del fermo, non ha chiesto l'arresto.
Il marocchino è stato scarcerato intorno alle 13.30 a bordo di un cellulare della Polizia penitenziaria, dribblando così i giornalisti, i fotografi e gli operatori televisivi che da questa mattina presidiavano l'uscita del carcere. Secondo quanto ha riferito il direttore del carcere di Bergamo, Antonino Porcino, questa "modalità protetta" sarebbe stata chiesta dallo stesso operaio 22enne proprio al fine di sfuggire all'assedio mediatico.
Troppo labili gli indizi raccolti per avere la gravità della custodia cautelare; sbagliata, rispetto alla traduzione iniziale, quella frase intercettata e che ha attirato le indagini su di lui: «Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io», che sarebbe stata invece un'imprecazione, slegata dalla vicenda di Yara, perchè la persona a cui stava telefonando non rispondeva. Mohamed ha spiegato che quelle verso il Marocco, interrotta a Genova sabato scorso a bordo di una motonave diretta a Tangeri, erano vacanze programmate, non una fuga.
Il pm ha invece chiesto la convalida del provvedimento di fermo, a suo avviso legittimo in quanto sussistevano i presupposti. Il muratore che lavorava nel cantiere di Mapello, a poca distanza da Brembate Sopra, e in cui i cani avevano individuato tracce della tredicenne scomparsa è quindi di fatto un uomo libero, pur rimanendo indagato.
I suoi avvocati, Roberta Barbieri e Giovanni Fedeli spiegano che, in sostanza, gli inquirenti avevano quell'intercettazione dal tenore equivoco e «elementi ancora più deboli», tali da giustificarne la scarcerazione. Sulla legittimità del provvedimento di fermo, viene data per scontata la liberazione, deciderà nella mattinata di domani il gip Ezia Maccora, tornata nei mesi scorsi a Bergamo dopo un mandato al Consiglio superiore della Magistratura.