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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2010 alle ore 16:48.
Mastercard, Visa, Paypal. I grandi circuiti di pagamento finiscono nel ciclone WikiLeaks, il sito di Julian Assange (arrestato ieri) da mesi sotto i riflettori per la pubblicazione di dossier diplomatici internazionali e documenti governativi riservati. Oggi, mercoledì 8 dicembre, Il sito di Mastercard è stato colpito da un attacco di hacker come ritorsione nei confronti di quelle società che hanno bloccato dei servizi a WikiLeaks. Un gruppo anonimo, che dice di sostenere l'"operazione Payback", ha dichiarato attraverso Twitter di essere dietro all'azione che ha creato problemi al sito della società di carte di credito.
Sotto attacco sono finiti anche i siti internet del tribunale svedese e dell'autorità svizzera che ha bloccato il conto corrente di Julien Assange, il fondatore di WikiLeaks. Inoltre, per oltre 11 ore é stato impossibile effettuare transazioni anche sul sito della banca svizzera PostFinance.ch, dove Assange aveva conti correnti che sono stati congelati.
Mastercard ha reso noto di aver riscontrato un forte traffico sul proprio sito e sta lavorando per ristabilire una situazione di navigabilità normale. «Non c'è stato alcun impatto sulla possibilità da parte dei possessori di carte Mastercard e Maestro di utilizzarle per effettuare delle transazioni in piena sicurezza» ha annunciato la società statunitense.
Azioni legali contro Visa e Mastercard per aver bloccato donazioni a Wikileaks
Nella guerra tra WikiLeaks e le piattaforme sulle quali si regge la vita del sito di Julian Assange - da Amazon a Mastercard e Visa - è entrato anche Datacell, il sito svizzero-islandese incaricato da WikiLeaks di canalizzare le donazioni fatte attraverso carte di credito e bonifici bancari. Datacell ha annunciato in una nota «immediate» azioni legali per fare in modo che sia Visa che Mastercard mettano termine all'embargo nei confronti di WikiLeaks. «I clienti di Visa - si legge, tra l'altro, nella nota- ci hanno ribadito in massa di voler fare le donazioni e non sono affatto contenti che Visa le respinga». DataCell accusa Visa e Mastercard di essersi piegate a «pressioni politiche» invece che occuparsi di ciò per le quali sono state create: «Trasferire denaro». Esse, sottolinea la nota di Andreas Fink amministratore delegato, «non hanno problemi a trasferire denaro a siti di scommesse e di pornografia».