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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2010 alle ore 17:30.
A Bala Murghab, nel nord della zona sotto il controllo italiano, è stata una giornata di scontri a fuoco tra i militari italiani e un numero imprecisato di insorti. Gli alpini sono stati fatti oggetto di fuoco ostile che non ha provocato feriti ma è stato necessario l'intervento di due elicotteri Mangusta e dell'aviazione Usa per mettere in fuga gli insorti.
Intanto resta calda la situazione politica nel paese. Il presidente afghano Hamid Karzai ha replicato al centinaio di parlamentari neo-eletti, che lo hanno sollecitato a inaugurare la nuova camera bassa per domenica prossima, affermando che non c'è nulla di anomalo, che certi ritardi si verificano anche in tanti altri Paesi, e che comunque il capo dello Stato si atterrà alla Costituzione.
Quando poi gli è stato chiesto di commentare le pressioni esercitate da più parti per un annullamento delle elezioni del 18 settembre scorso, e il conseguente rischio di collasso politico, Omer è stato lapidario: «Qualunque cosa avvenga sulla base della legge, e quali che saranno i risultati elettorali ufficiali, dovranno essere accettati da tutti», ha dichiarato.
A oltre tre mesi dal voto sono ancora pendenti diversi ricorsi contro i brogli, che già avevano fatto slittare l'ufficializzazione dei dati completi. Molti accusano Karzai di temporeggiare in quanto il futuro Parlamento sarà composto da deputati assai meno accomodanti nei confronti del presidente e della sua cerchia.