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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2010 alle ore 15:23.

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Così il Pdl insidia Fli: ecco chi sono i deputati che Berlusconi vuole conquistareCosì il Pdl insidia Fli: ecco chi sono i deputati che Berlusconi vuole conquistare

Nessuno, nemmeno sotto tortura, si lascerà scappare di essere il prossimo finiano pronto ad abbandonare Gianfranco Fini. Ma gli scricchiolii dentro Fli si avvertono. Non tanto per quello che va dicendo Silvio Berlusconi che continua a gettare zizzania in casa del nemico. «I voti erano diversi in più già ieri sera. In molti avendo visto che l'attacco era andato male - dice serafico a Mattino Cinque alludendo proprio ai futuristi - hanno già offerto la loro collaborazione». La verità la racconta qualcuno dei suoi. «È tutta tattica - spiega uno dei suoi fedelissimi -. Lo dice per alimentare nervosismo nell'altra sponda». Ancora più netto è un altro dei berluscones doc. «Berlusconi non dà la caccia a nessuno ma attende che la slavina Moffa produca i suoi effetti».

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Che ci siano, però, pressioni insistenti portate avanti nei confronti di alcuni moderati di Fli nessuno lo nega. «È riuscito a convincere due ex dipietristi come Razzi e Scilipoti - ammette un futurista - dunque è chiaro che ha tutti gli strumenti per convincere anche altri e c'è un gruppone sotto pressing». I nomi che girano non sono comunque una novità. E vanno cercati, per cominciare, tra coloro che hanno firmato l'estremo tentativo di mediazione tra i due cofondatori del Pdl. Alcuni (Silvano Moffa, Catia Polidori, Maria Grazia Siliquini e Giampiero Catone) hanno detto addio a Fini. Altri, come Carmine Patarino, hanno garantito, per ora, fedeltà al capo. E altri ancora, pur non firmando, hanno spiegato di condividere il senso di quel documento (Luca Bellotti, Francesco Proietti Cosimi e l'attivissimo avvocato Giuseppe Consolo). Ma dal Pdl si fanno i nomi, tra i corteggiati, anche di Gianfranco Paglia, Francesco Divella e Claudio Barbaro.

Dai diretti interessati difficile strappare conferme. Ma quel che appare chiaro è che le divisioni dentro Fli permangono, alimentate anche dall'uscita di Moffa. Perché il presidente della commissione Lavoro della Camera se ne è andato chiedendo la testa del capogruppo Bocchino. E potrebbe essere proprio il generalissimo di Fini il nuovo casus belli dentro Fli. Non che Bocchino non lo sia stato mai finora. Anzi. Le perplessità e le critiche espresse più volte dai moderati di Fli per le sue continue fughe in avanti non si contano. Perplessità tutte peraltro ancora in piedi se è vero che anche uno come Giuseppe Consolo, da sempre votato alla mediazione, qualche frecciatina all'indirizzo del capogruppo non la risparmia. «Non condivido molti dei contenuti del suo intervento di ieri alla Camera. I toni mi sembravano quelli di Di Pietro. Ma più che le dimissioni forse dovevamo far eleggere il capogruppo con una vera votazione e non per acclamazione, sarebbe stato un fatto di democrazia».

Lui comunque assicura che non salirà sul treno di Berlusconi. «Quel treno parte vuoto». Come giura anche Francesco Proietti Cosimi. «Non sono tra quelli che, secondo Berlusconi, sarebbero già andati a bussare alla sua porta. Io ho votato la sfiducia con convinzione». Un messaggio per Fini, però, se lo lascia scappare. «Il documento discusso l'altra sera alla riunione dei gruppi è la nostra linea. Se si va al di fuori c'è il rischio che si perdano altri pezzi». Allude a una possibile intesa con il Pd? «Una ipotesi di questo tipo non mi troverebbe mai d'accordo. Se fosse quella la strada non esiterei ad andarmene un attimo prima». Quanto a Bocchino e al suo discorso poche parole ma chiare.«Non le ho condivise appieno».

La prossima strettoia per Fli si muove quindi tra Bocchino e le future alleanze. «C'è un quotidiano confronto con i colleghi del Pdl - racconta un altro dei corteggiati Carmine Patarino -, ma se parliamo di altre pressioni, quelle non le ho mai avute». Dunque, nessun voltafaccia. Ma una cosa, aggiunge l'onorevole, deve essere chiara. «Io ho chiesto a Fini precise garanzie sul fatto che non ci sarà mai alcun accordo tra Fli e Pd. Non accetterò mai un salto nel buio a sinistra». Stesso concetto espresso da Luca Bellotti. «Quello resta un punto invalicabile, mai alleanze con la sinistra». Quanto al capogruppo e al suo intervento di ieri aggiunge. «Bocchino è stato fin troppo ruvido, certi smarcamenti potevano essere fatti con maggiore eleganza. Mi è piaciuto molto l'intervento di Viespoli». Supercolomba di Fli nell'altro ramo del Parlamento, per intenderci.

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