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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2010 alle ore 10:08.
MOSCA - Senza dare alcuna spiegazione, il tribunale Khamovniceskij di Mosca ha rinviato al 27 dicembre la lettura del verdetto nel secondo processo Khodorkovskij, previsto per oggi. Sulla porta, soltanto un avviso: udienza rinviata. Neppure gli avvocati erano stati avvertiti. «Formalmente l'unica ragione possibile è che il giudice non abbia fatto in tempo a scrivere il verdetto», spiega Elena Lipzer, legale del partner di Mikhail Khodorkovskij processato insieme a lui, Platon Lebedev. Ma cercare la vera ragione del rinvio non è difficile: «Questo è un tentativo di ridurre l'attenzione del pubblico», ha esclamato la madre di Khodorkovskij, Marina, ai giornalisti raccolti davanti al tribunale.
Tutto avverrà tra i due Natali
Tutto avverrà dunque "tra i due Natali": il 27 dicembre, quando la maggior parte dei corrispondenti stranieri avrà lasciato Mosca, il giudice Viktor Danilkin proclamerà Khodorkovskij e Lebedev colpevoli o innocenti. Poi la lettura del verdetto durerà almeno una settimana, per annunciare la sentenza, molto opportunamente, nei primi giorni di gennaio: il periodo in cui la Russia si ferma, tra Capodanno e il Natale ortodosso del 7 gennaio, giorni in cui non escono neppure i giornali.
La storia
Arrestato nel 2003 per frode ed evasione fiscale, nel 2005 Khodorkovskij è stato condannato a otto anni di carcere in Siberia mentre la sua compagnia petrolifera, Yukos, veniva costretta alla bancarotta e smembrata, a vantaggio dello stato, sotto il peso di reclami per 30 miliardi di dollari. Nel momento in cui, scontata metà della condanna, Khodorkovskij è stato in grado di chiedere la libertà vigilata, un secondo processo lo ha riportato a Mosca, nuove accuse di furto di 218 milioni di tonnellate di petrolio, tutto quanto Yukos ha prodotto tra il 1998 e il 2003. Accuse completamente assurde, sostiene la difesa, per le quali però la procura ha chiesto altri 14 anni per l'uomo che aveva osato sfidare Vladimir Putin.
«Il caso Khodorkovskij è uno di quei fattori di disturbo a cui gli investitori di norma reagiscono», ha osservato in una recente intervista Gherman Gref, il presidente di Sberbank, la prima banca russa. Un gruppo di politici occidentali ha fatto appello al presidente Dmitrij Medvedev perché «metta fine alla persecuzione» contro Khodorkovskij. Ma le delegazioni di parlamentari venute in questi giorni a Mosca presto ripartiranno: e c'è da temere che quando intorno a Capodanno il giudice darà il suo verdetto su un processo voluto dall'alto, il mondo lo ascolterà distrattamente.