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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2010 alle ore 16:37.
Diventerà molto più difficile trovare contenuti illegali online (musica, film), in base a quanto deciso oggi dall'Autorità Garante delle Comunicazioni. Ha approvato un testo che ora andrà in consultazione pubblica; è un ulteriore iter di 60 giorni prima che diventi legge definitiva. Il Sole24Ore ha anticipato ieri una versione del testo, redatta dagli uffici dell'Autorità. La nuova, approvata oggi, è un poco più severa. Resta invariata l'idea di fondo: colpire con forza i siti e i servizi che agevolano, a vario titolo, la pirateria.
Ma non gli utenti, che quindi non dovrebbero subire sanzioni o disconnessioni da internet per mano dell'Autorità (a differenza di quanto avviene in Francia con le norme Hadopi). Il testo il risultato di una feroce battaglia tra i consiglieri dell'Agcom, che si sono divisi in due schieramenti. Da una parte, coloro che volevano un testo più severo contro i pirati; dall'altra, coloro che invece vogliono garantire di più i gestori dei siti e gli utenti.
Il capitolo cruciale del nuovo testo è il 3.5, "Provvedimenti a tutela del diritto d'autore". Qui si legge che l'oggetto sono: "la ritrasmissione su internet di contenuti audiovisivi premium in tecnologia live streaming senza detenerne i diritti; la messa a disposizione su internet- non autorizzata- di operare cinematografiche in tecnologia streaming; l'indicizzazione di file audiovisivi, sonori e di testo protetti da copyright intesa ad agevolarne la diffusione gratuita tra gli utenti di internet senza il consenso dei titolari di diritti". Riguarda insomma quei siti e servizi che diffondono contenuti pirata (musica, film), ma anche quelli che li organizzano con un motore di ricerca o in altro modo. Ce ne sono tanti che permettono di trovare file pirata, poi in effetti ospitati su altri siti o servizi.
Il detentore di diritti- secondo quanto si legge nel testo Agcom- chiederebbe al sito di rimuovere il contenuto in questione o la sua indicizzazione. Questa è la prima fase del procedimento, che già ora avviene. La novità è in quella successiva: se il sito non rimuove il contenuto contestato, entro 48 ore, il titolare di diritti si rivolge all'Autorità, che apre un contraddittorio con le parti. Eventualmente, adotta un provvedimento con cui chiede al sito o servizio di rimuovere il contenuto (o la sua indicizzazione). Se ciò non avviene entro cinque giorni, l'Autorità applica le sanzioni del comma 31 della legge 249 del 1997. E cioè: "I soggetti che non ottemperano agli ordini e alle diffide dell'Autorità, impartiti ai sensi della presente legge, sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire venti milioni a lire cinquecento milioni".