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Natale più rigido per lo smaltimento dei rifiuti. Fino a 3mila euro di multa per chi li abbandona in strada

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2010 alle ore 08:26.

Scatta proprio il giorno di Natale la maxisanzione per i privati che abbandonano rifiuti per strada o li buttano in mare o nei fiumi: va da 300 a 3mila euro e raddoppia se i rifiuti sono pericolosi (prima si andava da 25 a 150 euro e da 105 a 620). Lo prevede l'articolo 34 del Dlgs 205/2010 (pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 10 dicembre scorso e in vigore dal 25 di questo mese) che recepisce l'ultima direttiva europea sui rifiuti, abrogandone altre.

Avanzi alimentari e scarti
Le autorità di controllo avranno pane per i loro denti soprattutto durante le prossime festività che infliggono un duro colpo al contenimento della produzione dei rifiuti domestici. Primi fra tutti quelli alimentari: fra Natale ed Epifania, la Cia (Confederazione italiana agricoltori) stima che circa 500mila tonnellate (per un totale di 80 euro a famiglia, cioè il 25% della spesa alimentare per pranzi e cenoni) finiranno nella spazzatura, senza contare la CO2 generata dai rifiuti organici. Insomma, l'impatto ambientale delle tavolate natalizie non è uno scherzo. Poiché la parte organica dei rifiuti è la prima responsabile dei cattivi odori, è necessario che non vada più in discarica ma sia avviata al compostaggio: per farlo va separata in casa e in strada da tutto il resto e il Dlgs 205/2010 prevede il ruolo primario di regioni, province e comuni per un maggiore impegno su questa strada.

Ma accanto alla tavola c'è sempre un albero di Natale che, ricco di pacchi e pacchetti, contribuisce a congestionare il circuito di gestione dei rifiuti urbani di carte, cartoni e plastiche. Il tutto a tacere della gioia di regalare e regalarsi nuovi televisori ed elettrodomestici in genere, che sostituiscono le già non indifferenti dotazioni domestiche. Insomma, alla fine del periodo festivo dalle case degli italiani esce un fiume di rifiuti che non si volatilizza ma si concentra nei vari siti dedicati alla loro gestione.

L'impegno in casa
Senza un atto di responsabilità da parte di ciascuno, c'è però il rischio che le destinazioni finali dei nostri rifiuti siano esclusivamente le discariche, spesso già in esubero e capaci solo di trasferire da un soggetto (presente) a un altro (futuro) il problema dei rifiuti, anziché gli impianti di riciclaggio capaci di "nobilitare" il rifiuto trasformandolo in una risorsa.

L’articolo continua sotto

Se biodegradabile la busta si elimina con l'organico

I sacchetti di plastica, comunemente usati per la spesa o per gli acquisti (i cosiddetti shopper) –

Smaltimento, tariffe e raccolta: le regioni si muovono in ordine sparso

Nella riduzione dei rifiuti l'impegno del consumatore conta, ma conta anche l'efficienza del

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E non basta pagare la tassa o la tariffa per i rifiuti urbani (che copre anche lo spazzamento delle strade) per assolvere agli obblighi che la responsabilità sociale e solidale impone a tutti per non riversare sulla collettività indifferenziata il risultato dell'indifferente condotta privata. Inoltre, è necessario non cedere alla tentazione di lasciare il proprio sacchetto ai piedi del cassonetto stracolmo, ma cercarne un altro. Forse la previsione delle nuove pesanti sanzioni avrà un effetto deterrente rispetto a questa brutta pratica così diffusa.

Le «frazioni»
Affinché il sacchetto da deporre nel cassonetto dell'indifferenziato sia il più "magro" possibile, occorre partire dalla raccolta differenziata già dentro casa differenziando il più possibile. Attenzione ad esempio – situazione che sarà frequente in molte famiglie – alle strutturatissime confezioni dei giocattoli per i bambini dove abbonano plastica e cartoni di ogni genere, spesso termosaldati (overpackaging): in questi casi è opportuno separare adeguatamente la plastica dal cartone. Alle "frazioni" così ottenute si uniranno i cartoni dei dolci tradizionali e le plastiche che, inesorabilmente, avvolgono cosmetici, sciarpe, maglieria e videogiochi, tipici regali del periodo.

Raccolta a parte meritano anche i contenitori in alluminio e le lattine delle bevande. I contenitori per bevande in vetro (vino, spumanti, liquori), invece, dovranno trovare una destinazione tutta loro, possibilmente differenziando il vetro bianco da quello colorato. Si ricorda che piatti e vasellame vario in ceramica e porcellana non devono andare con il vetro: in genere si buttano nell'indifferenziato, ma sarebbe bene conferirli in "ecopiazzola" comunale.

I sacchetti di plastica che si usano per contenere quanto differenziato in casa, non devono essere gettati nei contenitori stradali dedicati alle frazioni diverse dalla plastica o dall'organico (se biodegradabili). Questa cattiva abitudine altera la qualità delle raccolte differenziate e solo da una separazione di qualità può derivare un riciclaggio di qualità: un principio affermato anche dal Dlgs 205/2010 che recepisce la direttiva comunitaria 2008/98/Ce tesa a creare una «società europea del riciclaggio».

Quanto agli elettrodomestici diventati rifiuti (Raee, si veda l'articolo sotto) non devono assolutamente essere buttati nel cassonetto ma solo conferiti al gestore pubblico (previa telefonata) o portati in "ecopiazzola" comunale o consegnati al rivenditore all'atto dell'acquisto di uno nuovo ed equivalente. Anche se si tratta di piccoli strumenti (come phon o ferri da stiro).

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