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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2010 alle ore 15:38.
3. «Pompei è il ricordo di una tragedia ma anche una città viva, che ancora oggi racconta se stessa (…) Una città dove presto torneranno, grazie al restauro del teatro, le diverse forme di espressione artistica già presenti e importanti in epoca romana. Le botteghe torneranno a rianimarsi. Il fremito della vita tornerà a percorrere le strade e le piazze».
Il Commissario delegato per l'area archeologica di Pompei, Marcello Fiori. 26 febbraio 2010
In mezzo ai padiglioni della Bit, a Milano, c'è caos ed entusiasmo. Si parla di turismo, investimenti, eventi e viene voglia di prendere la valigia anche se fuori c'è l'inverno della fiera di Rho-Pero. Nello stand del MiBac viene presentata "Pompei Viva", ambizioso e ben fatto progetto per proporre un nuovo modo di visitare l'antica città: sarà aperta la Casa dei Casti Amanti, a marzo la Domus di Giulio Polibio si visiterà in modo multimediale, d'estate ci saranno spettacoli al Teatro Grande e si potrà passeggiare fra gli scavi anche di notte.
Passa la primavera, passa l'estate, arriva l'autunno con le sue piogge. In un pomeriggio di novembre i custodi si accorgono che un intero muro della Domus dei Gladiatori è crollato. Il presidente della Repubblica parla di «una vergogna per l'Italia» e il ministro Sandro Bondi dice di non avere responsabilità («se le avessi mi dimetterei»). Ma il crollo, seguito poi da altri nelle settimane successive, non va giù all'oppsizione. Pd e Idv annunciano una mozione di sfiducia, Bondi scrive loro una lettera tentando di fargliela ritirare. Intanto dalla Procura di Torre Annunziata prepara nove avvisi di garanzia. E a Pompei restano le transenne.
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