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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2010 alle ore 15:29.
7. «Berlusconi ha dimostrato di essere il maggiore interprete del sentimento comune degli italiani. Solo un forte impegno berlusconiano poteva determinare il risultato ottenuto. Un vero e proprio colpo di genio».
Italo Bocchino al "Riformista", 1 aprile 2010
Le elezioni regionali sono state un trionfo per il Pdl, con il Piemonte, il Lazio e la Calabria strappati alla sinistra. Italo Bocchino all'epoca è vice capogruppo vicario del Pdl alla Camera. Viene intervistato dal Riformista, non trattiene l'entusiamo ed esulta perfino per il successo della Lega. Aggiunge che l'obiettivo numero 1 di Generazione Italia, la sua fondazione appena nata, è «l'armonia nel partito e lavorare per continuare a vincere». Passano 28 giorni e Bocchino si dimette, denunciando «l'epurazione» dal Pdl dopo la sua partecipazione a Ballarò, per il quale il premier lo aveva ammonito. Sullo sfondo, la rottura con Fini. Nasce Fli, Bocchino dice che Berlusconi non può usare il simbolo del Pdl, e il 14 dicembre, quando alla Camera si vota la mozione di sfiducia al governo Berlusconi, Bocchino parla così: «Signor presidente, ci insegni come si diventa ricchi, ma mai come si combattono le degenerazioni del potere politico».
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