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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2010 alle ore 12:29.
Sono stati rivendicati dalla Federazione Anarchica Informale i pacchi bomba esplosi nelle ambasciate di Cile e Svizzera. La rivendicazione era contenuta in una piccola scatola trovata accanto a uno dei feriti. «Abbiamo deciso di far sentire di nuovo la nostra voce con le parole e con i fatti. Distruggiamo il sistema di dominio. Viva la Fai, viva l'Anarchia. Federazione Anarchica Informale cellula rivoluzionaria LAMBROS FOUNTAS». È questa una parte del testo di rivendicazione ora al vaglio della Digos della Questura romana recuperato dopo una delle due esplosioni, a Roma.
Il primo pacco esplosivo era stato recapitato presso l'ambasciata svizzera a Roma e aveva provocato il ferimento di un addetto della sede diplomatica. Secondo i primi accertamenti l'addetto alla sede diplomatica svizzera sarebbe stato investito dall'esplosione subito dopo avere aperto il pacco. L'impiegato è stato portato da personale del 118 in codice rosso all'ospedale Umberto I, gravemente ferito ad entrambe le mani. Alla sede dell'ambasciata, in via Barnaba Oriani ai Parioli, sono arrivati i carabineri per effettuare i rilievi.
Un'altra bomba era esplosa all'ambasciata del Cile a Roma, provocando anche in questo caso un ferito. Il pacco sospetto trovato all'ambasciata ucraina in via Guido D'Arezzo a Roma non conteneva invece nulla di esplosivo. «Dentro al plico c'era un cartolina - ha ha spiegato l'addetto stampa dell'ambasciata ucraina - i vigili del fuoco e i carabinieri hanno effettuato i controlli necessari e poi hanno lasciato l'ambasciata». Nessun allarme quindi presso la sede diplomatica dell'Ucraina, i cui impiegati sono rimasti regolarmente al lavoro.
Falso allarme al Campidoglio
Sempre in mattinata a Roma c'era stato anche un falso allarme bomba stamani vicino al Campidoglio, in una sede distaccata del primo Dipartimento in via del Tempi di Giove. Mentre si stava svolgendo un concorso è arrivata una telefonata che annunciava la presenza di una bomba. Sul posto per le verifiche sono intervenuti gli agenti del commissariato Trevi. Gli accertamenti al momento hanno dato esito negativo