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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2010 alle ore 21:43.
Soffia aria pesante in Grecia. Una atmosfera metifica che potrebbe fare nuovi danni, attentati e diffondersi nel resto d'Europa. Gli anarchico-insurrezionalisti greci hanno annunciato di essere pronti per una «prossima grande insurrezione globale» che dovrà inserirsi nelle manifestazioni studentesche e popolari, mentre a Roma è stato intercettato un nuovo pacco-bomba destinato proprio all'ambasciata di Atene. Sebbene gli inquirenti italiani non vedano «collegamenti materiali» con gli attentati simili compiuti lo scorso novembre dalla capitale ellenica, la "sintonia strategica" appare innegabile e spinge ad una sempre più stretta collaborazione le autorità dei due paesi, peraltro già stretta.
In un documento dal carcere, i leader della principale organizzazione armata, Lotta Rivoluzionaria (EA) avvertono che «il grande incendio sociale» europeo attizzato dalla rabbia dei lavoratori e degli studenti, in Grecia come in Italia o in Francia, o Irlanda annuncia «la prossima grande insurrezione globale» contro «la dura offensiva neoliberale» dietro la quale si nasconde «il nuovo fascismo» del potere. Farneticazioni ideologiche fuori secolo e quindi fuori tempo massimo? Non proprio. Gli inquirenti tendono ad essere cauti e a prendere tutti i segnali con molta attenzione. Il proclama di EA, un'organizzione che fonde elementi marxisti e di ribellismo individuale nel cuore dell'insurrezionalismo anarchico ellenico, è contenuta in una lettera fatta uscire dal carcere e diffusa sul web da Nikos Maziotis, Pola Roupa e Costas Gournas, capi dichiarati del gruppo responsabile di numerosi attentati fra cui il più clamoroso il lancio di un missile contro l'ambasciata degli Stati Uniti nel 2007.
Nel documento, i leader di EA, che si ritiene abbia collegamenti con Cospirazione dei nuclei di fuoco (SPF), che rivendicò i pacchi bomba ad Atene lo scorso novembre contro ambasciate e leader stranieri, affermano che dopo la crisi americana «milioni di persone sono scese in piazza in una città europea dopo l'altra, con in testa i giovani, per opporsi alla dura offensiva neoliberale». E Sono state organizzate ovunque manifestazioni, scrivono i tre, che «in Grecia, Italia, Spagna e Irlanda si sono trasformate in sommosse» in attesa di «un grande incendio sociale in tutta Europa». Incendio che, a partire dalla Grecia, si trasformerà, sostengono, nella «prossima grande insurrezione globale».