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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2010 alle ore 18:26.
Mentre il governo studia come allargare la maggioranza, nel Pdl ci sono due mal di pancia da risolvere. Primo il caso Prestigiacomo, che non solo non si è ancora chiuso, ma che a pochi giorni dalle polemiche esplose in parlamento accusa un clima da "caccia alle streghe" all'interno del partito. «In questo Pdl mi sento sempre più a disagio - dice il ministro dell'Ambiente dalle colonne del Corsera - si è creata un'atmosfera da caccia all'untore. E sono stata anche insultata dagli ex di An».
«Non sono - aggiunge - una "yes-woman": non dico sempre di sì, dico quello che penso. Ma l'idea che io, dopo sedici anni, possa essere accusata di infedeltà sarebbe ridicola se non fosse mortificante. Non prendo lezioni di fedeltà da nessuno» perchè, aggiunge, «sono nata politicamente con Berlusconi e morirò politicamente con Berlusconi». A Stefania Prestigiacomo è arrivata la solidarietà della collega di governo e ministro delle Pari opportunità,Mara Carfagna e la vice presidente di Fli a palazzo Madama, Maria Ida Germontani, che ha detto di «capire perfettamente e condividere» il disagio di Stefania Prestigiacomo in seno al Pdl: «è lo stesso che abbiamo avvertito noi di Futuro e Libertà che, in un partito che si professa liberale, abbiamo dovuto subire mortificazioni di vario genere fino all'espulsione del presidente della Camera Gianfranco Fini ».
Altro mal di pancia all'interno del governo (e acuito per via dei tagli al cinema e alla cultura imposti da Tremonti) riguarda il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, oggetto anche di mozione di sfiducia individuale, già calendarizzata, ma il cui voto slitterà a gennaio per le ferie natalizie dei parlamentari. A Bondi si sono rivolti il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita del Pd: «Il ministro nei giorni scorsi ha chiesto ai cari compagni di ritirare la mozione di sfiducia contro di lui. Adesso sarà il caso che il ministro prenda carta e penna e scriva agli amici Berlusconi e Tremonti per chiedere il rispetto degli impegni assunti con il cinema italiano e con tutte le realtà della cultura e dello spettacolo. Altrimenti sarà meglio che si dimetta o presenti lui medesimo una mozione di sfiducia contro Tremonti».