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L'avvocatura di Stato brasiliana dà parere contrario all'estradizione di Cesare Battisti

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2010 alle ore 16:55.

«Leggerò le carte» relative al caso di Cesare Battisti «e dopo parlerò con voi»: lo ha detto il presidente uscente brasiliano Luiz Lula Inacio da Silva, durante una cerimonia pubblica a Brasilia. Alle domande dei cronisti, a margine di una cerimonia con i membri del Consiglio per la sicurezza brasiliana, Lula ha assicurato che sarà pronto a informare la stampa sul caso Battisti una volta letti i documenti relativi alla posizione giuridica dell'ex terrorista rosso, e dopo aver preso una decisione al riguardo. Il presidente dunque, secondo fonti del governo brasiliano, deciderà domani se concedere o negare l'estradizione a Battisti. Lula si incontrerà di nuovo venerdì mattina con l'avvocato generale dello stato, Luis Inacio Lucena Adams e poi annuncerà la sua decisione.

La posizione del governo italiano
«Il governo italiano fin d'ora intende dichiarare che considera incomprensibile e inaccettabile nel modo più assoluto» la decisione verso cui sembra orientato il presidente brasiliano Lula di non concedere l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, «il pluriomicida condannato in via definitiva attualmente detenuto in Brasile». In una nota Palazzo Chigi sottolinea che «il governo italiano si è attivato con determinazione e chiarezza durante l'ultimo anno e mezzo, con il consenso unanime di tutte le forze politiche, per ottenere l'estradizione in Italia» di Battisti. Proprio nelle ultime ore il governo «ha continuato a insistere nella richiesta di estradizione, peraltro accolta dal Supremo Tribunale Federale del Brasile e rimessa per l'attuazione al presidente Lula, e si riserva di esprimere le proprie valutazioni dopo l'annuncio ufficiale della decisione. Tuttavia, in questo momento delicato alcune informazioni fanno ritenere che nella possibile motivazione della decisione del presidente Lula vi possa essere il riferimento all'articolo 3 comma F del Trattato di estradizione, e quindi al presunto aggravamento della situazione personale di Battisti». In questo caso, prosegue la nota, il governo italiano dichiara di ritenere «incomprensibile e inaccettabile» sia la decisione sia il riferimento all'articolo 3. «Il Presidente Lula - conclude la nota - dovrebbe allora spiegare tale scelta non solo al governo, ma agli italiani tutti e in particolare alle famiglie delle vittime e a un uomo ridotto su una sedia a rotelle».

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Anticipazione dalla stampa. Cesare Battisti rimane in Brasile (Fotogramma)

«Lula ha deciso di non estradare Battisti», i parenti delle vittime: ci muoveremo in modo più deciso

Il presidente brasiliano, Inacio Lula da Silva, avrebbe deciso di non estradare Cesare Battisti

Tags Correlati: Antonio Di Pietro | Brasilia | Cesare Battisti | Cezar Peluso | Dirlam Roussef | Giustizia | Globo News | Idv | Inacio Lula | IOltre | Luis Inacio Lucena Adams | Luiz Lula Inacio | Pd | Radio Bainderantes | Roberto Calderoli | Silva | Silvio Berlusconi | Supremo | Tribunale

 

Indiscrezioni di stampa danno per certo che Lula concederà lo status di rifugiato politico. E l'avvocatura generale di stato brasiliana ha lasciato trapelare che presenterà al presidente Lula parere contrario alla concessione a Cesare Battisti dell'estradizione in Italia. Lo hanno detto fonti del governo brasiliano. Il parere è contenuto in un dossier di 70 pagine. Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha sempre detto che rispetterà il parere dell'avvocatura.

Se Lula concederà l'asilo o l'estradizione dell'ex terrorista, dovrà inviare una comunicazione al Supremo Tribunale Federale brasiliano e questo dovrebbe dare subito disposizioni al penitenziario della Papuda, a Brasilia, in cui è rinchiuso Battisti dal 2007.

In Italia sale la tensione. IOltre a Palazzo Chigi, anche il ministero della Giustizia haprecisato in una nota che «il governo italiano e, per quel che lo riguarda, il ministero della Giustizia hanno fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità, giuridiche e politiche perchè il Brasile concedesse l'estradizione del pluriomicida Cesare Battisti, già condannato in via definitiva dalla giustizia italiana». Chiare pure le parole del ministro degli Esteri, Franco Frattini: «Il governo italiano si riserva, sulla base della decisione del presidente brasiliano Lula, di considerare tutte le misure necessarie per ottenere il rispetto del trattato bilaterale di estradizione, in conformità con il diritto brasiliano».

Anche dal Pd arrivano appelli a Lula, «uomo di sinistra», perché conceda l'estradizione al «terrorista» Battisti, condannato in Italia all'ergastolo per quattro omicidi compiuti negli anni di piombo. «Ci auguriamo che il presidente Lula non diventi complice del pluriomicida Cesare Battisti concedendogli asilo politico», commenta il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. «L'unico posto adatto ad un assassino - aggiunge - è il carcere e, per questo, l'unica decisione giusta è che Lula conceda immediatamente l'estradizione di Battisti». Parole condivise dal ministro leghista per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli: «Concedere l'estradizione è un dovere. Se Lula non dovesse farlo diventerà complice di un terrorista, o meglio di assassino, e come tale dovrà essere trattato e conseguentemente a pagare, sotto tutti gli aspetti».

Se Luiz Inacio Lula da Silva accoglierà la raccomandazione dell'Avvocatura brasialina di non estradare Cesare Battisti in Italia sarà il suo ultimo atto da presidente. Domani a mezzanotte scade il suo mandato e dal primo gennaio si insedierà l'erede Dirlam Roussef. Quest'ultima, a differenza del suo mentore, si era espressa a favore dell'estradizione in Italia dell'ex terrorista rosso dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) condannato all'ergastolo per 4 omicidi. Lo aveva preannunciato la stessa Roussef il 24 giugno in un'intervista a Radio Bainderantes e al quotidiano Metro Campinas. «Si dovrà applicare la decisione del Supremo Tribunale Federale», aveva dichiarato, riferendosi al via libera all'estradizione concesso dalla massima assise giudiziaria brasiliana.

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