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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2010 alle ore 18:10.
Il Senato inizierà a discutere del Milleproroghe dopo il 12 gennaio. Ma è delusione tra editori e alcune associazione di volontariato per i tagli contenuti nel decreto. E il ministro della Giustizia, Angelino Alfano scrive a Tremonti sui tagli al settore informatico di via Arenula che rischia di mandare in blocco i software degli uffici giudiziari. Tutto questo mentre la trasmissione del Milleproroghe a palazzo Madama, per la prima lettura, è stata resa nota oggi durante una seduta-lampo dell'Aula, convocata proprio per incardinare i decreti legge recentemente approvati dal consiglio dei ministri.
Oltre al milleproroghe, il presidente di turno dell'Aula ha comunicato che oggi è stato trasmesso in Senato anche il decreto riguardante la proroga degli interventi per la cooperazione allo sviluppo e per le missioni internazionali. L'aula del Senato tornerà a riunirsi il 12 gennaio 2011 e avrà all'ordine del giorno la seconda relazione intermedia della Commissione parlamentare che si occupa del fenomeno degli infortuni sul lavoro e le morte bianche.
Tornando al milleproroghe, il decreto non è ancora stato trasmesso alla Commissione (tradizionalmente viene assegnato alla Commissione Affari Costituzionali). L'esame dovrebbe cominciare dunque dopo la pausa per le festività natalizie e cioè dal 12 gennaio. Intanto è protesta per i 50 milioni tagliati all'editoria per finanziare il 5 per mille. «Uno scippo, una rapina con destrezza», ha commentato il segretario della Fnsi, Franco Siddi, nella conferenza stampa organizzata dal Comitato per la libertà, il diritto all'informazione e alla cultura alla Camera. «Il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge di
stabilità - dice Siddi - il governo rimette mano al provvedimento dimezzando il fondo». È un «colpo che può essere mortale per 92 testate in cooperativa, non profit e di partito e che mette a rischio 4mila posti di lavoro tra giornalisti, poligrafici e indotto».
Il presidente della Fnsi, Roberto Natale, ha puntato il dito contro il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: «Lo sfidiamo a dimostrare di essere capace di adottare provvedimenti davvero rigorosi. Questo taglio sull'editoria non tocca i furbi che apporofittano del contributo, ma incide sul pluralismo dell'informazione».