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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2011 alle ore 16:09.
Non l'avremmo mai immaginato, ma l'Italia è "una nazione nota tanto per il cibo quanto per gli onnipresenti sacchetti di plastica". Così la Cnn ha dato sul suo sito internet la notizia del divieto dei sacchetti di plastica introdotto dal primo gennaio. L'Italia è presentata come un paese invaso dai sacchetti di plastica, spesso regalati con gli acquisti e "lasciati a insudiciare strade e discariche".
Anche se i supermercati e altri rivenditori li hanno fatti pagare, è vero che molti negozi davano sacchetti di plastica gratis a ogni acquisto. Una tendenza "recente", afferma la Cnn, poiché "i sacchetti di carta - o nessun sacchetto – erano la norma solo 30 o 40 anni fa, quando le signore andavano a fare compere con il loro carrello o la reticella della spesa". Se la Cnn avesse voluto rivangare, poteva ricordare le sporte di vimini di 50 anni fa. O magari i cesti che le contadine si caricavano sulla testa.
Stereotipi a parte, il divieto dei sacchetti di plastica migliorerà certamente l'immagine del Belpaese, che spesso è alla ribalta delle cronache internazionali con la spazzatura di Napoli. Per ora, le prime interviste fatte dalla Cnn ai commercianti del centro di Roma documentano confusione e scarsa informazione. Divieti simili – nota la Cnn - sono stati introdotti altrove, per esempio a Città del Messico, in Francia, in Cina, in India. In Tanzania è previsto perfino il carcere per chi vende sacchetti di plastica.
La Bbc ricorda che l'Italia ha uno dei più alti tassi di consumo di sacchetti di plastica in Europa: gli italiani ne usano 20 miliardi all'anno, più di 300 per persona. Il servizio di Duncan Kennedy comincia con le immagini dei sacchetti abbandonati sugli alberi, nelle città e nelle campagne. La Bbc fa notare che la legge ci ha messo un decennio prima di essere approvata.
Un commento sul Guardian online si domanda se l'Italia sarà in grado di attuare il divieto. Molti italiani – osserva Sabina Castelfranco – dicono di essere impreparati a un tale "cambiamento culturale". E cita le reazioni di vari cittadini che non condividono la decisione del governo. Il corrispondente John Hooper, alla vigilia dell'introduzione del divieto, aveva scritto che gli italiani hanno una sorta di dipendenza nei confronti dei sacchetti di plastica: usano un quinto dei sacchetti distribuiti in tutta l'Ue. Ragione per cui il divieto farà una vera differenza. "Il divieto semina confusione tra i negozianti ma rallegra gli ambientalisti".