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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2011 alle ore 14:49.
Un altro venditore ambulante si dà fuoco in Tunisia
«Che puoi fare se non hai pane né futuro?», spiega su un blog un giovane algerino mentre sale a tre il numero dei manifestanti rimasti uccisi in Algeria durante le proteste che da mercoledì scorso stanno paralizzando diverse zone del paese. Un paese in fiamme come il suo vicino, la Tunisia dove ci sono stati due morti per le proteste della baguette, cioè il rincaro del pane. Una situazione drammatica che ha costretto l'Algeria e la Tunisia ad acquistare rispettivamente 350mila e 100mila tonnelate di grano sui mercati internazionali.
Il rischio fondamentalista
Il vero rischio però che cova sotto le ceneri della rivolta del couscous in Algeria è il risorgere del findamentalismo islamico visto che il numero due del disciolto Fronte islamico per la salvezza algerino (Fis), Ali Benhadj, è stato arrestato proprio durante la prima notte di scontri, tra mercoledì e giovedì, nel quartiere di Algeri di Bab El Oued. Un pericolo inquietante dato che la guerra civile che ha insanguinato il paese negli anni passati ha provocato 200mila morti. Secondo quanto riferiscono alcuni media, Benhadj, avrebbe avvicinato i giovani manifestanti tentando di cavalcare la protesta come avvenne nelle rivolte popolari dell'ottobre 1988. Il leader islamico, noto alla fine degli anni ottanta per le sue prediche infuocate nelle moschee della capitale, era stato arrestato una prima volta nel 1992, dopo lo scioglimento del Fis e aveva scontato 12 anni. Graziato dal presidente Abdelaziz Bouteflika, che è nel suo terzo mandato dopo aver cambiato la costituzione, ha il divieto di rilasciare dichiarazioni politiche e partecipare a manifestazioni pubbliche. Senza contare che il figlio, Abdelkader, si è arruolato nelle fila di al-qaeda per il Maghreb islamico e, secondo alcuni quotidiani, sarebbe stato ucciso durante l'ultima operazione anti terrorismo compiuta dall'esercito a dicembre in Cabilia.
La rivolta di Algeri
Dopo una notte di scontri, la calma sembra essere tornata nella mattina di sabato in tutto il Paese anche se diverse fonti parlano di manifestanti pronti a colpire nuovamente in serata. Oggi sabato, Algeri è semideserta e gran parte dei negozi, in particolare in periferia, ha preferito tenere le saracinesche abbassate. I blindati delle forze anti sommossa presidiano diverse zone della città, come il quartiere di Belcourt, teatro fino a tarda notte di una violenta guerriglia, mentre l'esercito è sceso in campo a Bab Ek Oued. Decine di giovani si sono scontrati a colpi di pietre, bottiglie e fumogeni con gli agenti che per tentare di disperdere i manifestanti hanno fatto uso di lacrimogeni e idranti. Il Governo ora dovrebbe annunciare misure di contenimento dei prezzi.